Falco Pellegrino
Nome scientifico: Falco Peregrinus
Il Pellegrino è un grande falcone specializzato nella predazione in volo di altri uccelli.
Possiede un'apertura alare da 95 a 110 cm, una lunghezza compresa tra i 36 e 48 cm (coda 10-13 cm), un peso medio dai 400 ai 1000 gr (la femmina è fino al 15% più grande del maschio).
Gli esemplari maschi hanno la stessa livrea delle femmine. Piumaggio grigio-ardesia superiormente, e beige pallido con sottili strie trasversali scure inferiormente. La testa è nera, il capo arrotondato, il becco giallo e adunco, mustacchi larghi e neri, gola e lati del collo bianchi.
Le ali sono lunghe ed appuntite, le zampe gialle e molto robuste, gli artigli affilati. I giovani esemplari, superiormente hanno un colore ardesia marrone, inferiormente crema, con gocciolatura scura e fitta, testa e mustacchi bruno scuri.
Incarnazione per gli egizi del dio Horus, impiegato in falconeria sin dai primi secoli del Medioevo, il Pellegrino è sicuramente il più spettacolare dei rapaci. Il suo volo è potente e veloce, con battiti non molto profondi. In volteggio e scivolata le ali sono piatte o leggermente abbassate, vola controvento e sa sfruttare le correnti ascendenti,
Durante la caccia, una volta avvistata una preda (anche a più di 1 km di distanza), si getta in picchiata ad ali chiuse a velocità che possono superare i 300 Km/h, cogliendola di sorpresa.
Il Pellegrino non si getta direttamente sulla vittima (l'urto gli spezzerebbe le zampe), la ferisce sfiorandola con l'artiglio posteriore, per poi finirla in volo, oppure a terra con un colpo di becco. Si nutre prevalentemente di piccoli uccelli come la pispola, la ghiandaia, il colombaccio; occasionalmente di piccoli mammiferi terrestri malati quali pipistrelli, insetti, roditori rettili.
Il suo territorio varia dai 40 ai 200 Km quadrati. Generalmente nidifica in piccole cavità inaccessibili ai predatori sui fianchi delle rupi (fino ai 1500 m. nel Centro Europa), sistemandole con erbe e rametti. Se non trova rocce adatte, occupa il nido di altri uccelli costruiti su alberi molto grandi.
Nel Lazio nidifica comunque in diversi ambienti: dalle falesie costiere alle pareti rocciose in zone montane, dalle scarpate tufacee a quelle di arenaria, nonché su edifici in aree urbane e industriali.
Gli adulti occupano il sito riproduttivo già in gennaio-febbraio e la deposizione delle uova (generalmente 3 o 4) avviene tra marzo e aprile.
Vengono covate per 28/33 giorni da entrambi i sessi. I giovani esemplari si involano dopo circa 40 giorni.
Il Pellegrino oggi è diffuso in quasi tutto il mondo. Nel Lazio è sedentario anche se in Inverno aumenta di numero per l’arrivo di individui dalle regioni più settentrionali. Non è stato però sempre così. intorno alla metà degli anni ‘60 ci si rese conto che le popolazioni di Falco pellegrino degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e di buona parte dell’Europa centrale e settentrionale si stavano drammaticamente riducendo, ed alcune erano prossime all’estinzione. Ci si accorse che le nidificazioni fallivano sistematicamente e sembrava che la specie non fosse più in grado di riprodursi. Le ricerche condotte portarono a scoprire che le uova molto spesso si rompevano sotto il peso degli adulti in cova.
La causa fu individuata nell’uso sempre più massiccio del DDT che da oltre un ventennio veniva sparso nei campi di tutto il mondo. Il potente insetticida, che il rapace assumeva attraverso le sue prede, andava ad interferire sulla produzione del calcio necessario alla formazione del guscio dell’uovo riducendone lo spessore. Questa scoperta fu di grande rilevanza e contribuì alla messa al bando del DDT e, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, il Falco pellegrino iniziò una progressiva riconquista dei territori dai quali era scomparso.
Oggi la stato di conservazione di questa specie non desta preoccupazione, la sua grande adattabilità lo ha portato anzi a colonizzare ambienti nuovi, un tempo non frequentati, tra gli altri spiccano gli agglomerati urbani. Oggi molte città nel mondo ospitano coppie di questo affascinante uccello. In Italia sono circa 25 le città nelle quali la specie nidifica, su tutte Roma ha il primato con almeno 15 coppie nidificanti.