La ex cava Petrianni nel Comune di Sezze, dichiarata Monumento Naturale con Decreto del Presidente della Regione Lazio 03 ottobre 2016, n. 197 (B.U.R. 11 ottobre 2016, n. 81 S.O. n. 1), clicca su normative per leggere il decreto, ospita al suo interno tre distinte superfici di strato che presentano complessivamente oltre 200 impronte di dinosauri.
Le impronte risalgono a circa 100 milioni di anni fa ed appartengono sia a dinosauri Sauropodi (ad andatura quadrupede, generalmente di grandi dimensioni e con cranio proporzionalmente piccolo, erbivori e con collo e coda assai lunghi), sia a dinosauri Teropodi (ad andatura bipede, carnivori, con denti acuti, zampe anteriori corte con dita provviste di artigli e zampe posteriori grandi e robuste con tre dita).
I geologi che hanno scoperto le impronte hanno dapprima rinvenuto sulle superfici calcaree alcuni “mud cracks” fossili, termine con il quale vengono identificate le spaccature poligonali che si verificano anche ai nostri giorni nei terreni fangosi dopo un lungo periodo senza piogge.
La presenza di queste antiche fratture era un segno inequivocabile del fatto che essi si erano imbattuti in un’antichissima spiaggia fossile; seguendo la superficie dell’antica spiaggia essi hanno infine rinvenuto le impronte dei dinosauri che nel cretacico passeggiavano lentamente in riva al mare alla ricerca di cibo.
Il ritrovamento delle impronte è stato davvero inaspettato ed ha contribuito a rivoluzionare il quadro geologico mesozoico dell’intero Appennino centrale.