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I dinosauri di Sezze

    Cento milioni di anni fa, sulla spiaggia di un mare preistorico, un branco di dinosauri erbivori si addentrava nel folto della vegetazione. Poco lontano, i terapodi, veloci dinosauri bipedi – carnivori – erano pronti all’attacco.

    È una scena verosimile di quello che l’istantanea delle impronte ci consegna a distanza di così tanto tempo: una lotta senza esclusione di colpi, per la sopravvivenza, in un ambiente tropicale, ricco di risorse.

    Passano alcune decine di milioni di anni e ci troviamo in un ambiente di scogliera, sommersa dall’innalzamento del mare, dove proliferavano le rudiste, una sorta di datteri di mare. Arrivando “ai nostri giorni”, inteso come storia umana, circa 50000 anni fa l’ambiente cambia, diviene un luogo di stanziamento dell’uomo di Neanderthal, che ripara nelle grotte naturali e vive cacciando rinoceronti, elefanti e ippopotami.

    Arriviamo noi, l’uomo moderno, il Sapiens. Occupiamo i medesimi spazi di questo ambiente di transizione, tra pianura e montagne, e vivendo ancora di caccia e pesca. Celebriamo i nostri culti negli spazi ricavati dalle rocce, che vengono anche effigiate di pitture rupestri, con scene di animali. Dipinti che sono arrivati fino ai nostri giorni.

    Tutto questo si trova a Sezze, in provincia di Latina, nella ex Cava Petrianni, Fosso Brivolco. Un luogo tutelato dalla Regione Lazio, grazie alla recente istituzione di uno specifico monumento naturale.

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