Sopra uno dei più bei paesi del parco, San Polo dei Cavalieri, si arrampica sulla montagna una strada che si arresta nel nulla dopo aver superato un campo sportivo. Doveva congiungere i paesi di San Polo e Marcellina, paese dirimpettaio da cui a sua volta sale una strada verso il soprastante (e bellissimo) Prato Favale. Fermare quella strada è stata una delle prime battaglie per la tutela di queste montagne, troppo vicine a Roma per non destare l'interesse di speculatori.
Il Parco è un polmone verde di paesaggi armoniosi e biodiversità, naturalmente vocato a soddisfare una crescente domanda di qualità della vita, di turismo responsabile, di corretta pianificazione per gli ambiti appenninici.
Le prime tracce di frequentazione umana di questo tratto d'Appennino, a ridosso della piana costiera tirrenica, appartengono all'uomo di Neanderthal: si tratta di manufatti litici, perlopiù raschiatoi, rinvenuti a partire dalla fine degli anni Sessanta del secolo scorso in alcuni siti del Parco tra cui il Pratone di Monte Gennaro. Anche dopo il paleolitico i Lucretili restano abitati, come testimoniano resti di sepolture e insediamenti risalenti dall'età del Bronzo a quella del Ferro. I terrazzamenti di probabile età repubblicana ai piedi di Castiglione (ma non solo) sono tra i principali resti d'epoca romana, assieme ad alcune ville tra cui quella attribuita al poeta Orazio, presso Licenza, e ad iscrizioni latine. Al Medioevo risalgono, infine, numerose chiese alcune delle quali tuttora esistenti nonché alcuni villaggi ogi abbandonati, tra i luoghi di origine antropica più affascinanti del parco: e sono Castiglione, Montefalco, Monteverde, Poggio Runci, Saracinesco ed altri ridotti a pochi brandelli di mura.
Disposti a corona attorno all'Area Protetta, a parte Civitella e Licenza lungo la strada Orvinio-Vicovaro, i Comuni del parco sono tredici, ciascuno naturalmente col suo patrimonio storico e artistico di riguardo. Massicci castelli dominano i centri storici, per esempio a Roccagiovine o a San Polo dei Cavalieri. Una sorpresa per gli escursionisti sono le antiche pietre di vecchi insediamenti ora abbandonati e riavvolti dalla vegetazione. Il Parco ne conta diversi, dal borgo medievale fortificato di Castiglione – raggiunto da un facile sentiero da Palombara - ai ruderi di Montefalco, dalla strada romana persa nei boschi di Valle di Casoli all'abbazia in rovina di S. Maria del Piano presso Orvinio, con l'elegante campanile romanico. Assai più noti sono i resti della cosiddetta Villa di Orazio presso Licenza, nei luoghi dove il poeta latino (I sec. a.C.) amava soggiornare. Oggi si conservano frammenti dei muri perimetrali di numerosi ambienti eretti attorno ad un cortile interno, con resti di mosaici pavimentali, mentre altro materiale rinvenuto in loco è esposto al piccolo Antiquarium a Licenza nel castello Orsini. Poco distante sorge il seicentesco Ninfeo degli Orsini, nei pressi di una fonte identificata con la Fons Bandusiae ricordata da Orazio in una famosa ode.
A Vicovaro va visto innanzitutto l'originale tempietto ottagonale di San Giacomo di fondazione quattrocentesca, e poi anche i resti di una antica cinta muraria in opera quadrata, visibile in particolare presso la Porta di Sotto all'ingresso del paese. A Scandriglia, in località Ponticelli, il santuario francescano di S.Maria delle Grazie ospita un affresco attribuito ad Antoniazzo Romano. Ma gli affreschi più belli e preziosi sono quelli nell'antica chiesa di Santa Maria delle Grazie a Marcellina, risalenti addirittura al IX-X secolo. Belli anche i vicoli in salita verso il centrale Castello Savelli a Palombara Sabina, sede dell'Ente Parco e maggiore centro dell'Area Protetta con circa diecimila abitanti. Infine, merita una visita anche il possente antico monastero di San Salvatore, raggiungibile da Orvinio: immerso in un paesaggio di solitaria solennità, è l'ennesima sorpresa di un territorio dalle tante risorse.
Palombara è teatro di una delle manifestazioni più interessanti del parco, la Sagra delle Cerase (eventi vari e sfilata di carri allegorici), che ha luogo la prima o la seconda domenica di giugno. A Poggio Moiano sempre a giugno si festeggia il Corpus Domini con una variopinta Infiorata, mentre dopo carnevale a San Polo dei Cavalieri una tradizionale Candelora giunge fino al santuario di Santa Maria Maggiore di Marcellina.