L'insediamento di Vicovaro (Varia) fu fondato dagli Equi, di cui restano tracce nelle antiche mura poligonali. Dopo la conquista da parte dei romani nel 304 a.C. il villaggio divenne un importante centro fortificato di età repubblicana.
Il suo ruolo strategico nei secoli successivi è sempre stato legato alla posizione lungo la via Valeria, luogo "naturale" di sosta o incontro per sovrani, pontefici, condottieri, uomini di fede.
Nel centro cittadino, affacciato sulla piazza principale, il Tempietto di S. Giacomo a pianta ottagonale rappresenta, nel contempo, un bellissimo esempio di architettura gotico - rinascimentale e una celebrazione dei fasti della famiglia Orsini.
Vicovaro
Di origine equa, il nucleo dell'antica Varia costituisce, con tutta probabilità il centro fortificato di età repubblicana più importante dell'area. Sorto sul corso dell' Aniene e sulla via Valeria, l'abitato è delimitato da una cinta muraria in opera quadrata visibile all'ingresso del paese presso la Porta di Sotto e lungo la via Valeria. Dopo la divisione augustea, Varia divenne città latina e nella successiva divisione adrianea venne inclusa nella provincia Valeria. L'intero territorio è costellato di evidenze di età repubblicana ed imperiale: insediamenti difensivi su altura, agropastorali, ville rustico-residenziale, monumenti funerari tra i quali spicca il sepolcro di Maenio Basso sulla via Valeria. In età medioevale il centro subisce le scorrerie dei Longobardi (589 - 593), mentre nell'877 un'incursione saracena sembra determinare l'abbandono del borgo. Solo nel XII secolo il centro Vicus Variae viene ricolonizzato e nel 1191 Papa Celestino III cede il territorio agli Orsini. La ricostruzione della Rocca e della cinta muraria impressero al borgo il carattere di vero e proprio castrum nel XIII sec. La proprietà degli Orsini cessò nel XVII sec., quando i nuovi possessori divennero i Bolognetti. Il centro di Vicovaro conserva notevoli esempi di architettura rinascimentale, come il tempietto ottagonale di San Giacomo iniziato da Domenico di Capodistria (seconda metà del XV sec.), decorato da Giovanni Dalmata, e di architettura settecentesca come la chiesa di S. Pietro a navata unica e il Palazzo Cenci-Bolognetti che ingloba le strutture dell'impianto trecentesco del Palazzo Orsini. L'intero borgo, impostato intorno alla centrale piazza San Pietro, conserva le strutture abitative originarie. Gli elementi architettonici e decorativi rivestono, per il loro particolare pregio, interesse per una corretta lettura del tessuto urbano dei secoli XVI e XVII, mentre numerose sono le attestazioni medioevali inglobate nelle strutture successive.