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Uomo e territorio

Uomo e territorio

Tremila ettari per sedici chilometri di estensione lineare: difficile e anzi impossibile, anche in un Paese come l'Italia, trovare un Parco come questo. Dove ogni scorcio s'affaccia su monumenti e sepolcri. Dove la campagna ha come fondali le arcate maestose degli antichi acquedotti.

L'espansione edilizia della città, autorizzata o meno, ha corroso per decenni i paesaggi dell'Appia consegnando irrimediabilmente al passato tanto le descrizioni da Grand Tour di Goethe che le incisioni di Piranesi e gli acquarelli dei vedutisti inglesi.

Oggi il Parco tutela, recupera, rende fruibili ambienti di valore ancora unico.

Storia del territorio

La regina viarum costituiva il più importante collegamento tra Roma e il Mezzogiorno d'Italia, e quindi anche con il fiorente traffico marittimo con la Grecia e l'Africa. Venne costruita a partire dal 312 a.C., per collegare Roma con Capua e più tardi Brindisi. Largo oltre quattro metri e ancora oggi ben conservato in alcuni tratti, il fondo stradale era lastricato di pietre di basalto e fiancheggiato da ampi marciapiedi che consentivano il traffico pedonale.

Lungo la via sorsero nel tempo insediamenti, edifici residenziali e religiosi, sepolcri, stazioni di posta site ogni sette miglia, a causa di una frequentazione che crebbe d'intensità fino al Medioevo. In seguito ampi tratti vennero abbandonati all'invasione della vegetazione o addirittura sommersi dalle paludi. La rinascita dell'Appia Antica avviene a partire dalla seconda metà del Settecento, allorché sono i resoconti di artisti e letterati incantati dai suoi paesaggi romantici dominati dai ruderi a risvegliare l'attenzione della società del tempo. Fu papa Pio VII ad avviare gli interventi di recupero, conclusi a metà Ottocento.

Nel 1965 il piano regolatore di Roma prevede per l'area dell'Appia Antica la destinazione a verde pubblico. Nel 1988 viene istituito il Parco Regionale.

Archeologia e arte

L'intero tracciato della via Appia Antica, asse del parco, rappresenta un unicum per il suo concentrato di tombe, sepolcri, acquedotti, catacombe e altri monumenti di notevole interesse archeologico. Ne elenchiamo di seguito alcuni tra i più celebri:

Porta San Sebastiano

Chiesa del "Domine Quo Vadis"

Chiesa di S.Urbano

Area delle Tombe Latine

Catacombe di San Callisto

Basilica di S.Sebastiano e Catacombe

Circo e Villa di Massenzio, Mausoleo di Romolo

Sepolcro di Cecilia Metella e Castello dei Caetani

Villa Capo di Bove

Villa dei Quintili e Acquedotto

Ipogeo di Vibia

Catacombe ebraiche di Vigna Randanini

Sepolcro di Priscilla

Cenotafio di Annia Regilla

Cisterna monumentale

Villa dei Sette Bassi

Antiquarium Lucrezia Romana

Sepolcro degli Scipioni