della Riserva Naturale Lago di Posta Fibreno
Differentemente da quanto si è portati a pensare, le orchidee selvatiche non si trovano solo in aree tropicali, anzi fioriscono anche nelle zone temperate e fredde. Si tratta di piante, per la maggior parte, piccole, che passano quasi inosservate, ma guardandole con attenzione, mostrano una bellezza e una complessità che non le fa sfigurare nemmeno a confronto con quelle ben più grandi delle aree tropicali anzi rappresentano un tesoro botanico del nostro territorio. Tra le specie floricole sono sicuramente da considerarsi fra le più vecchie in quanto la loro comparsa sulla terra si fa risalire a oltre 65 milioni di anni fa. Il nome orchidea fu usato per la prima volta da Teofrasto, filosofo dell'antica Grecia che visse tra il VI e il V secolo a.C. che scrisse il primo trattato sistematico di botanica farmaceutica "De historia plantarum" dove parla di alcune piante che presentavano due tubercoli rotondeggianti alla base delle radici.
Dalla somiglianza con i genitali dell'uomo, Teofrasto le chiamò "Orchis" che in greco significa appunto "testicoli" da cui il nome "orchidee".Bisognerà aspettare però il XVIII per avere la classificazione botanica grazie a C. Linneo, botanico svedese e padre dell'attuale classificazione botanica delle piante nel suo "Species plantarum". Ma solo un secolo più tardi scoppia la vera passione per le orchidee grazie anche a C. Darwin che ne studia le specie e le tecniche di riproduzione.
Tra le piante superiori, la famiglia delle Orchidaceae è la seconda per ricchezza di specie dopo quella delle Composite. Comprende oltre 25.000 specie, riunite in circa 800 generi, sparse in tutto il mondo ad eccezione della regione antartica e dei deserti. l'Italia è uno dei Paesi d'Europa più ricco di orchidee. Nel nostro territorio crescono addirittura forme endemiche. Sono presenti oltre 150 specie, tutte geofite o terricole, distribuite dalle coste del mare alle cime degli Appennini e delle Alpi, fino alla quota di circa m 2500 s.l.m. Queste straordinarie piante si possono rinvenire praticamente in tutti gli ambienti rimasti ancora naturali: boschi, macchie, garighe, terreni incolti, prati, paludi. Sono anzi talmente legate ai loro biotopi, da non sopportare molti degli interventi dell’uomo.
Le orchidee sono piante erbacee perenni, in grado di germinare solo in presenza di un fungo simbionte. Il frutto delle orchidee, infatti, è una capsula contenente un numero considerevole di semi piccolissimi. Questi sono privi di sostanze di riserva e vengono trasportati dal vento anche molto lontano dal luogo ove ha vegetato la pianta madre. Per germinare devono trovare nel terreno un fungo particolare che, fornendogli le sostanze necessarie alla crescita, permetta lo sviluppo dell’embrione.
I fiori delle orchidaceae sono zigomorfi (presentano una simmetria bilaterale) e sono composti da un verticillo di 6 pezzi con 3 sepali (esterni) e 3 petali (interni) Una delle caratteristiche di questa famiglia è che gli stami e i pistilli sono fusi per formare un corpo unico, un organo più o meno a colonnetta, detto ginostemio o gimnostemio. Questo è posizionato superiormente al labello, ovvero il petalo centrale distintivo per ogni specie.
Testi e foto a cura di Vincenzo Ruma