Tra i numerosi figli di Francesco Cenci, esponente di una ricca famiglia e uomo violento, Beatrice Cenci era considerata tra le più belle fanciulle degli Stati Pontifici. Fu confinata assieme alla matrigna nel castello di Petrella Salto per volere del padre, che abusò di lei con la forza. A riscatto di una vita fattasi infernale la giovane fece assassinare il genitore, e per questo venne condannata a morte – aveva 22 anni - prima dal tribunale romano e poi dallo stesso Papa, nonostante l'appassionata difesa del giureconsulto Prospero Farinacci. La sua triste storia colpì fortemente l'immaginario popolare ed ispirò racconti e tragedie, opera tra gli altri di Stendhal, Dumas e Shelley.