Nel cuore del parco dei Monti Simbruini, a circa 800 metri di altitudine, sorge il piccolo borgo di Vallepietra, centro agro-pastorale che deve forse la sua fondazione a contadini fuggiti dalla campagna romana a causa dell'invasione dei Goti nel VI secolo. A un'altra dominazione, quella spagnola del XVI secolo, si fa risalire la coltivazione in queste terre del fagiolo Fagilone di Vallepietra detto anche "Gigante di Spagna" e "ciavattone". Seme aziendale di ecotipo locale appartenente alla famiglia delle Papilionaceae; specie Phaseolus
Coccineous. La pianta a fusto volubile, presenta un portamento rampicante con rigogliosa fioritura: i fiori sono bianchi e molto numerosi
Il baccello secco, lungo mediamente 10-12 cm porta al suo interno semi a forma di confetti di grandi dimensioni. Di notevoli dimensioni, di colore bianco e a forma di confetto, questo fagiolo è piantato dai coltivatori vallepietrani nei mesi di aprile e maggio e raccolto in settembre. La coltivazione si effettua con metodi semplici e naturali, cioè senza diserbanti o concimi chimici.
La conservazione avviene in sacchi di juta con foglie di alloro e/o sacchi sottovuoto posti in cantine asciutte e fresche.
Si consuma in bianco con olio e cipolle, condito con il sugo di salsiccia e cotenne di maiale, oppure nelle zuppe di verdura e nelle insalate.
La coltivazione del Fagiolone di Vallepietra è presente da tempo remoto nella Valle dell'Aniene, ed in particolare nel comune di Vallepietra e Filettino. Numerose sono le documentazioni orali e fotografiche che testimoniano la storicità di questa coltura. Il seme è custodito da agricoltori anziani del posto che lo tramandano di generazione in generazione.