Nell'ambito dei vertebrati italiani, i pesci d'acqua dolce hanno il maggior numero di endemismi e
subendemismi in rapporto al numero totale di specie, infatti dei 48 taxa a tutt'oggi considerati
autoctoni (Gandolfi et al., 2001; Zerunian, 2002), 13 sono caratteristici del nostro territorio e
originariamente non presenti in altre aree geografiche europee. Questo aspetto acquisisce ulteriore
importanza se si considera che una recente valutazione della qualità dei popolamenti ittici italiani,
basata sui parametri proposti dall'International Union for the Conservation of Nature (IUCN), ha
classificato a rischio di estinzione o seriamente minacciati ben 47 dei 48 taxa indigeni; il solo
cavedano non rientrerebbe in alcuna delle categorie della lista rossa IUCN (Zerunian, 2007).
Peraltro le numerose specie dulcicole menzionate nei diversi allegati della Direttiva Habitat
dell'Unione Europea (92/43/CEE) ribadiscono il grave stato di compromissione dei popolamenti
ittici italiani e supportano la necessità di interventi gestionali mirati al recupero di specie e ambienti.
Nonostante le persistenti difficoltà finanziare e gestionali che tutt'oggi limitano una corretta politica
ambientale nel nostro paese, negli ultimi anni sembra emergere una maggiore sensibilità ed
attenzione da parte di alcune pubbliche amministrazioni verso tematiche ambientali rivolte alla
conservazione e alla gestione degli ambienti acquatici. Gli interventi gestionali vengono sempre più
programmati sulla base di ricerche condotte per valutare lo stato quali-quantitativo e l'evoluzione
dei popolamenti, con lo scopo di mettere in atto di interventi di conservazione pianificati su scala
geografica (scala di bacino).
Tale aspetto appare oltremodo importante per alcuni ambienti di particolare valenza naturalistica,
quale per esempio il Lago di Posta Fibreno, caratterizzato dalla presenza di salmonidi e ciclostomi
le cui caratteristiche ecologiche risultano ancora oggi poco conosciute, nonostante le tre specie
caratteristiche del lago venissero già descritte in tempi storici (Chiappi, 1924; Madonna, 2001). A
tal riguardo, negli ultimi tempi il carpione del Fibreno (Salmo fibreni), la trota macrostigma (Salmo
macrostigma) e la lampreda di ruscello (Lampetra planeri) hanno attirato sempre più l'attenzione
dei ricercatori italiani impegnati nel tentativo di risolvere alcune problematiche tassonomiche,
ecologiche e gestionali (Alfei et al., 1996; Gratton et al., 2004; Tagliavini et al., 2007; D'Orsi e
Seminara, 2008).
Questa relazione presenta i risultati di un progetto condotto nel corso del 2008 con lo scopo di
valutare la qualità delle popolazioni di trota macrostigma, di carpione del Fibreno e di lampreda di
ruscello nei corsi d'acqua presenti all'interno della Riserva Naturale "Lago di Posta Fibreno". Oltre
alla loro presenza all'interno del lago, le specie oggetto dello studio sono state monitorate anche
negli immissari/emissari che mantengono rapporti di stretta associazione faunistico/naturalistica con
l'ambiente lacustre. I campionamenti sono stati pertanto eseguiti anche nei corsi d'acqua Dova,
Carpello e Fibreno all'interno dei confini amministrativi della riserva. Per quanto concerne il Torrente Carpello si è ritenuto opportuno estendere la ricerca della lampreda di ruscello anche
all'alto corso del torrente, dalla zona di sorgente sino ai confini dell'area protetta, sia per motivi di
continuità ecologica, sia perché parte integrante del SIC IT6050015. Nel corso dei censimenti è
stata stimata anche la densità di altre specie ittiche simpatiche oltre alle 3 sopracitate.
La presente relazione è strutturata in 3 diverse sezioni intitolate (1) Visual Census subacqueo, (2)
Genetica salmonidi e (3) Indagine e ipotesi di gestione della popolazione di lampreda di ruscello.
Nella prima sezione sono presentati i risultati relativi ai censimenti subacquei delle popolazioni di
carpione e macrostigma (e spinarello), la seconda sezione illustra i risultati della caratterizzazione
genetica delle due specie e la terza sezione è interamente dedicata ad indagini riguardanti la
distribuzione e la biologia della lampreda. Alla presente relazione sono allegati due CD con le
immagini scattate nel corso della ricerca.
Il progetto è stato sviluppato da tecnici e professionisti che hanno operato sotto la supervisione
scientifica dell'Università degli Studi di Parma, in stretta collaborazione con gli operatori della
Riserva Naturale e il Laboratorio di Ittiologia delle Acque Dolci di Maenza (Lt). .........