Tra i nove Comuni interessati dall'Area Protetta il più noto è Rocca Sinibalda, per via del bellissimo castello cinquecentesco che sorge su uno sperone roccioso; altro bel maniero è quello di Collalto Sabino, più rimaneggiato.
A Castel di Tora domina l'abitato la torre dell'antico maniero, mentre su una penisola sul lago – accanto al ponte che lo attraversa – su un'altura sorgono i resti del castello del Drago e dell'antico abitato di Antuni. Arroccati sul monte Filone, sopra l'abitato di Ascrea, sorgono i resti della città di Mirandella abbandonata dopo un disastroso terremoto.
Quanto al lago del Turano, su cui le montagne si affacciano come a un gigantesco specchio naturale, assieme a quelle del gemello lago del Salto le sue acque alimentano la centrale idroelettrica di Cotilia, nella piana di San Vittorino.
Da sempre terra di confine, quest'angolo di reatino conserva alcune testimonianze del suo passato pur se fonti storiche dicono di insediamenti umani fin dall'antichità: è il caso dei resti delle città di Nersae, Cliternia, Trebula Mutuesca, Vicus e Montagliano, del monumento funerario detto "la Pietra Scritta" nel territorio di Paganico (I secolo a.C.) oppure del tumulo di Corvaro (IX-II secolo a.C.).
Un'economia marginale ha prosperato a lungo, se così si può dire, quasi basandosi coi soli prodotti della montagna come legna e funghi, patate e castagne. E ancora oggi, che col lago del Turano e l'istituzione della Riserva è arrivato il turismo, il legame delle comunità locali con la campagna e i suoi magri frutti montani resta forte.
A fine Ottocento tra queste montagne si è sviluppato il fenomeno del brigantaggio, generato dal rifiuto di aderire al Regno d'Italia ma poi anche dallo spirito insurrezionalista di contadini, nullatenenti, disadattati. Nel 1915 il terribile terremoto d'Avezzano colpì a morte queste contrade appenniniche.
Agli anni Trenta del secolo scorso è datata la realizzazione della diga sul fiume Turano: tremila operai vi lavorarono per tre anni, erigendo uno sbarramento alto quasi 80 metri che causò il riempimento dell'antica valle e la nascita del lago. Sommerso dalle acque, il paesino di Colle Piccolo venne sgombrato e ricostruito su un modesto rilievo, dando luogo all'abitato di Colle di Tora.
Tra i monumenti che caratterizzano i nove Comuni dell'Area Protetta, spicca il Castello di Collalto Sabino. Datato tra Trecento e Quattrocento, successivamente trasformato e restaurato nel 1923, è situato nel punto più alto del paese da cui è separato mediante un fossato, con tanto di ponte levatoio. Le suggestive mura del Castello Baronale, lungo un percorso che vi farà immergere in mille anni di storia. Fortezze assediate, prigioni e giardini in cui le baronesse trascorrevano i pomeriggi in compagnia di cavalieri audaci.
Ancora più imponente è il Castello di Rocca Sinibalda, ai margini esterni della Riserva sul versante opposto. Monumento nazionale del 1928, il Castello di Rocca Sinibalda è lo straordinario esempio, unico in Europa, di un edificio contemporaneamente astratto e animalesco, cubica e zoomorfo. Risalente all’anno mille, ha assunto l’aspetto odierno durante il Rinascimento. Iniziato nel Cinquecento dal celebre architetto senese Baldassarre Peruzzi, mostra una poderosa fronte con due torrioni che fiancheggiano il maschio a sperone aggettante, mentre l'interno presenta due cortili e alcuni appartamenti con decorazioni ad affresco. www.castelloroccasinibalda.it
Il Borgo di Antuni si trova al centro della Valle del Turano. La fondazione del Borgo sembra risalire ai primi decenni dell’XI secolo, forse dovuta per volontà dei Guidoneschi che donarono, nel 1092, il Castrum Antoni all’Abbazia di Farfa. Fino al basso medioevo le vicende legate alle sorti di Antuni non sono note.