Risalendo i fianchi orografici sinistri della Valle del Fiume Licenza, con questa tappa si va alla scoperta di buona parte del versante orientale del Parco dei Monti Lucretili molto ricco di acqua, attraversando tanti torrenti di diversa portata e rimanendo incantati dal Laghetto del Fraturno (Foto), uno dei due specchi lacustri di origine carsica conosciuti come i Laghetti di Percile.
Lasciato il paese di Licenza il sentiero sale gradualmente sulla sentieristica ufficiale del Parco e dopo aver tralasciato la dorsale composta dal Colle dei Cerri e Colle Serranile, si scende e risale per l’impluvio del Torrente Roscielle.
Si arriva al bel lago dove una sosta è suggerita e poi con una breve salita che lambisce le Rovine Morella (o Castel del lago) il percorso si snoda, con regolare progressione positiva, sulla sterrata che condurrà al confine del Parco e anche culmine della quota.
Da qui si riscenderà, con alternanza di sentiero e sterrata, fino all’abitato di Riofreddo, con ampi scorsi panoramici.
Il percorso
Perdendo decisamente quota lungo Via Giuseppe Garibaldi fino ai piedi meridionali di Licenza e tralasciando la strada che oltrepassa il torrente omonimo in direzione del campo sportivo, si intraprende il cammino della nuova tappa seguendo i segnavia del 306A lungo una strada bianca che sale in diagonale fino ad un casaletto, all’altezza di un tornante. Da qui si prosegue per uno stradello inizialmente in piano e lineare che poi scende verso un impluvio, lo oltrepassa e riprende a salire. Dopo due tornanti, quando si riappoggia, all’altezza di un oliveto, si lascia anche questo sterrato per proseguire su sentiero. Si va avanti per poco in debole discesa, si traversa un’incisione, si risale prima con corti zig-zag e poi diagonali più lunghe fino ad un pianoro delimitato a sud da una sbarra rossa che limita l’accesso al Parco. Siamo sul confine dell’Area Protetta. Oltre, lungo la strada bianca, proseguirebbe il Cammino di S. Benedetto verso Pian di Papa ed il borgo di Mandela. L’altra sterrata sulla sinistra (direzione N) condurrebbe ad un abbeveratoio. Il percorso invece prosegue dalla parte opposta da cui siamo entrati nella radura con una salita che si immerge sempre più nei boschi di querce. Dopo un culmine, ridiscende verso un impluvio in cui spesso scorre l’acqua e poco oltre si incontra un palo segnavia che indica a sinistra il sentiero 307A. Lo si tralascia e si continua avanti per lo stretto sentiero che va ora in lieve discesa e poi in falsopiano. Così si aggira il crinale con il sentiero che permette di passare dal versante sud-occidentale a quello nord-orientale, quasi seguendo la stessa isoipsa sempre immersi in un’idillica querceta. Via via però il bosco lascia spazio a macchie di ginestre perdendo sempre più quota. Quando rientra in una volta arborea più ombrosa e disordinata, poco dopo la discesa si fa più impegnativa, tanto che per raggiungere il fondovalle dove scorre il Torrente Roscielle bisogna prestare attenzione a non scivolare. Il guado invece non presenta alcuna difficoltà. La situazione si capovolge sul versante opposto, dove la ripida salita è agevolata anche da degli scalini ed una catena, al fine di proteggere da un primo tratto esposto e lungo il quale si richiede concentrazione e fermezza di piede. Oltre, la lunga e faticosa salita permette di superare il nutrito dislivello e di giungere ad una strada bianca che, seguendola a destra per poche centinaia di metri conduce al grazioso ed inaspettato lago carsico del Fraturno, il più carino e visitabile dei due Laghetti di Percile. Dopo una meritata sosta, si prosegue sul sentiero 320B che parte dalla riva del lago dov’è la quercia isolata. Poco più su ad un bivio con il Sentiero Coleman (SC) si prosegue a sinistra salendo, si lambiscono le Rovine Morella (o Rovine Castel del Lago) e più su ci si reimmette su di una strada sterrata. La si percorre verso destra ed in dolce salita per un lunghissimo tratto (poco meno di 3 km) fino ad arrivare allo spartiacque che coincide anche con il confine del Parco dei Monti Lucretili in questo tratto di territorio. Oltrepassandolo, si prende a scendere sempre sulla stessa strada fino all’altezza del secondo semi-tornante da dove si continuerà per un sentiero che taglia in traverso il versante sino ad un bottino in cemento dell’acqua. Proseguendo avanti sulla nuova strada bianca, prima in lieve discesa e poi in graduale e dolce salita si svetta su di un poggio erboso che ospita un fontanile molto ricco d’acqua. La costante discesa sulla cementata permette di raggiungere la provinciale in prossimità del borgo di Riofreddo.