Storie sull'avifauna di Monte Rufeno
FROSONE (Coccothraustes coccothraustes)
In un antico oliveto all’interno della Riserva di Monte Rufeno, in pieno inverno, mentre Fringuelli e Cince svolazzano in giro, si odono brevi colpi secchi, come se qualcosa si rompesse, dei quali è difficile capire l’origine. Dopo qualche minuto in silenziosa osservazione ecco che compare la risposta. Un piccolo assembramento di Frosoni è intento a cibarsi di uno dei semi più duri del nostro territorio: il nocciolo d’oliva. Il Frosone è un uccello non più grande di un Merlo, molto compatto, con una coda corta, ma soprattutto dotato di un tozzo, enorme e potente becco. Le sue mascelle possono serrarsi fino a sprigionare una forza pari a 50 kg sulla punta del becco, capace di rompere semi molto resistenti di cui non riescono a cibarsi altre specie affini, come Fringuelli e Verdoni. Si tratta dell’animale che rispetto alle sue dimensioni corporee, ha il morso più potente di tutti. Perciò è meglio non provarlo con le proprie mani! Anche il suo nome scientifico lo ricorda, Coccothraustes infatti significa: “rompi semi”.
Anche il suo piumaggio è degno di nota. Alcune penne delle ali si incurvano sugli apici e sono colorate di un cangiante violetto. Questi caratteri vengono sfoggiati dal maschio in complesse parate di corteggiamento in periodo riproduttivo. Seppur nidifichi in alcuni vasti boschi montani, la specie in Italia è soprattutto svernante. In Riserva la si può incontrare da ottobre ad aprile, in qualsiasi ambiente, ma soprattutto in aree ricche di cibo, come cespuglieti colmi di bacche invernali. In alcuni casi si osservano concentrazioni di diversi esemplari, talvolta 20, 30 o più. Si tratta sicuramente di una delle specie nostrane più sottovalutate, ma profondamente affascinanti!
Testo e foto di Francesco Barberini & Matteo Faggi