Il fagiolo del purgatorio di gradoli presenta una pianta ad accrescimento semi-determinato, portamento semi-prostrato, altezza media 38 cm; la foglia è composta trifogliata, forma ovata e colore verde chiaro; il fiore è papilionaceo di colore bianco, infiorescenza a grappolo ed impollinazione autogama; il frutto è un baccello di colore marrone e di medie dimensioni; il seme presenta forma globosa, colore grigio-bianco di medie dimensioni (lunghezza 0,82 cm, larghezza 0,58 cm, spessore 0,52 cm, peso di 1000 semi 150 g). L'epoca di fioritura avviene a metà giugno e l'epoca di raccolta del seme seroso è la metà di luglio ed epoca di raccolta del seme secco prima decade di agosto. Le peculiarità del prodotto dipendono in gran parte dalla tipologia dei terreni, d'origine vulcanica, sciolti, freschi di buona fertilità e poco calcarei, situati in ambiente collinare intorno ai 400 m s.l.m.
Già gli Etruschi, antichi abitanti della zona a cavallo fra Lazio e Toscana, coltivavano fagioli e li usavano spesso, triturati, per la preparazione di "condimenti" da unire alla carne. Il prodotto è apprezzato dal coltivatore medievale dell'alto Lazio non solo per la capacità ricostitutiva del suolo, ma anche per l'alto valore nutrizionale. Nel XIV secolo, gli statutari di Gradoli dedicano un'apposita rubrica a "de pena colligentium cicera et alia legumina". Fin dal 1600 nel paese di Gradoli (VT), in occasione del mercoledì delle Ceneri, viene organizzato il "Prenzo del Purgatorio" il cui piatto principe è il fagiolo. L'importanza di questo legume per la comunità è provata dal fatto che spesso, nel '700 i fagioli sono associati ad un valore economico: compaiono non solo tra le elargizioni dei fedeli ma anche come ricompensa per i celebranti delle Messe.