LA ZONA UMIDA DI MACCHIATONDA
L'esistenza nel passato di un ambiente palustre è testimoniato oggi dalla presenza di una fascia di vegetazione attualmente localizzata sulla scarpata litoranea. Questa vegetazione, che colonizzava le sponde della laguna costiera, oggi scomparsa, è costituita in gran parte da specie alofile, in grado cioè di insediarsi su suoli fortemente salinizzati.
L'arretramento della costa, provocato dalla grave erosione costiera in atto, va ad insidiare importanti formazioni a giuncheti e fruticeti che caratterizzano il paesaggio degli acquitrini e degli stagni costieri, questi ultimi ricostituiti artificialmente dopo l'istituzione della Riserva nella zona retrostante la scarpata litoranea.
Questi ambienti sono il risultato di un intervento di scavo di alcune depressioni già esistenti nell'area costiera a sud del canale Alberobello. Questo sistema di depressioni, dotato di opere di idraulica per regolare l'ingresso di acqua marina, era utilizzato per la pescicoltura, con la produzione di novellame per rifornire gli allevamenti ittici.
Dopo decenni dall'intervento, gli stagni costieri sono stati colonizzati dalle erbe palustri come cariceti e giuncheti, e da altre formazioni alofile come i fruticeti già esistenti nell'area. Gli stagni sono frequentati da numerose specie di uccelli acquatici, che si alternano seguendo il ritmo delle stagioni e il livello delle acque. Gli stagni vanno incontro alla completa essiccazione durante il periodo estivo, che si portrae fino agli inizi di ottobre. Questa alternanza secco - umido permette lo sviluppo vegetativo di specie alofile come la Cressa cretica.
Nelle zone umide della Riserva è presente una vegetazione tipica delle praterie salate e salmastre perenni, mediterranee; in questi habitat si segnala la presenza di specie rarissime come lo Juncus subulatum e la Beckmannia eruciformis.