E' solo grazie al parco che oggi è possibile avere un'idea di come doveva essere questo tratto di costa laziale fino a nemmeno un secolo fa, allorché con la titanica impresa della bonifica delle Paludi Pontine queste terre cambiarono volto. Alla sacrosanta lotta alla malaria vennero sacrificati a partire dal 1928 migliaia di ettari di foreste planiziali, stagni, zone umide che dovevano comporre un mosaico ambientale di enorme ricchezza, regno dell'anofele e, durante l'inverno, di piccole comunità di carbonai e cacciatori. Fu solo grazie all'intervento dell'Amministrazione forestale, che acquistò tremila e passa ettari della Selva di Terracina, che un frammento di quel mondo si salvò e, due anni dopo la fondazione della stessa Littoria, ora Latina, sorse il Parco Nazionale. Per il resto la piana vive oggi una condizione di antropizzazione a tratti congestionata, vista la concentrazione di infrastrutture, centri abitati, campagne ad agricoltura intensiva.
A tentare la bonifica delle grandi paludi pontine erano stati in molti, ultimo in ordine di tempo papa Sisto V (1585-1590). Duemila "zappatori" nell'autunno del 1586 si mettono all'opera e lavorano per circa tre anni. Deviano il tracciato di due corsi d'acqua, l'Amaseno e l'Ufente, e ripristinano il letto di un antico corso d'acqua quasi scomparso, scavandogli un nuovo letto di 40 km fino allo sbocco a mare, alla torre Olevola presso il Circeo. Grazie al nuovo fiume, che si chiamerà Sisto e drenerà le acque provenienti da monte, quasi 20.000 ettari di terreno si rendono disponibili per le colture. Per celebrare l'evento e rendersi conto dei risultati ottenuti, il papa, che mai aveva lasciato Roma, compie in lettiga lungo la via Appia un viaggio nella regione pontina, che però gli sarà fatale. Nemmeno un anno dopo muore, vittima della malaria, e alla sua scomparsa i lavori di manutenzione e scavo vengono assai presto abbandonati e la palude si riprende molti dei luoghi dai quali si era dovuta ritirare. Una storia già vista anche all'epoca della conquista romana, allorché i conquistatori abbandonarono il sistema di drenaggio operato dai Volsci. Anche papa Pio VI, alla fine del Settecento, ci riprova. Viene ingrandito il canale Portatore e si realizza il canale Linea Pia, che costeggia tuttora l'Appia per trenta chilometri. Ferdinand Gregorovius descrive, nel 1873, il singolare metodo usato per la manutenzione dei canali: "consiste nel farla calpestare da un branco di bufali, spinto a forza nel canale… naturalmente queste bestie tentano di raggiungere la terra ferma, non già perché timorose dell'acqua (esse sono infatti bestie di palude) ma perché la fatica di pestare e strappare un tale fitto intreccio di erbe mette presto a dura prova anche la loro straordinaria forza. Ma i mandriani che le accompagnano le respingono in acqua con le loro lunghe lance..". Comunque sia, all'appuntamento con l'Unità d'Italia nel 1870 la pianura pontina arriva ancora impaludata, malarica e pressoché spopolata. E la bonifica vera e propria arriva nel 1928, e viene affidata all'Opera Nazionale Combattenti. Tre sistemi delle acque alte, medie e basse opportunamente collegati con potenti impianti idrovori convogliano il flusso verso il mare, drenando il terreno e rendendolo disponibile per le colture, ma non solo. Nel 1932 sorge Littoria, ora Latina: nel 1933 Sabaudia, nel 1934 Pontinia, nel 1937 Aprilia. E la popolazione passa dai 12.555 abitanti del 1921 ai 22.773 del 1936. Per conservare gli ultimi residui di palude arriverà l'istituzione del Parco Nazionale del Circeo: è il 1934.
Sulle sponde del lago di Sabaudia sorgono i resti romani della cosiddetta Villa di Domiziano, risalente al I sec. d.C. Comprende i resti di un impianto termale e delle relative cisterne necessarie all'approvvigionamento di piscine e fontane. Gli scavi hanno portato alla luce numerose statue, tra cui un Apollo attualmente al museo di Kassel, in Germania. Nei pressi sono pure i resti del complesso della Casarina, risalente al II secolo d.C. e trasformato in dormitorio nel secolo XIII, della Piscina di Lucullo d'età repubblicana e, lungo la scarpata nord del braccio occidentale dell'emissario del lago, del porto canale d'età neroniana.
Ben più appariscente, a breve distanza, è la più bella delle tre torri oggi esistenti nel parco e cioè la Torre Paola, all'estremità occidentale del promontorio ed eretta per volere di papa Pio IV (le altre sono Torre Cervia e Torre Fico, alle propaggini rispettivamente meridionali e orientali del monte) nel 1562-3 da papa Pio IV a difesa dagli attacchi dei pirati saraceni. Di forma circolare, possiede due livelli e in alto una piazza d'armi, protetta verso monte da uno "scudo" rialzato per impedire assalti dall'alto.
A Zannone sono i resti di un convento benedettino e di una peschiera romana.
A Sabaudia durante la Settimana Santa ha luogo una rievocazione della Passione di Cristo. In primavera si svolge nella foresta demaniale una Biciclettata ecologica. Mercatini settimanali hanno luogo il giovedì a Sabaudia e il martedì a San Felice. D'estate si organizzano regate di vela e manifestazioni teatrali all'aperto. A San Felice Circeo a dicembre c'è il Natale nel centro storico, drammatizzazione della Natività lungo le vie del paese.