La Tenuta di Castelporziano, nata come riserva di caccia e azienda agricola, è andata progressivamente perdendo queste specifiche destinazioni: nel 1977 l'attività venatoria è stata vietata e le coltivazioni, storicamente indirizzate ad assicurare delle entrate, sono oggi considerate come parte integrante dell'ambiente e del paesaggio tipici dell'agro romano. I criteri guida sono quelli di minimizzarne l'impatto e oggi i 500 ettari riservati a colture non intensive assicurano soltanto la produzione di cereali e foraggi, in parte utilizzati per gli allevamenti zootecnici. Di modesta entità, ma di notevole interesse, sono il frutteto e l'orto sperimentali, in coltura biologica.
Gli animali domestici costituiscono una componente rilevante dell'ecosistema e del paesaggio. La Tenuta, infatti, assicura la permanenza in purezza di equini e bovini di razza maremmana, quasi in via di estinzione, allevati allo stato brado ed accuditi da esperti butteri, secondo una tradizione secolare. La selezione è assiduamente curata, tanto che gli esemplari di Castelporziano si classificano spesso ai primi posti nelle principali esposizioni e rassegne di settore.
La Tenuta di Castelporziano racchiude parte di un vasto territorio in antico conosciuto come Laurentino, dalla città di Lavinio - Laurento, legata alle vicende leggendarie dello sbarco di Enea nel Lazio ed è compreso tra le propaggini dei Colli Albani, la pianura del delta Tiberino ed il mare. Frequentato dall'uomo già in età preistorica, il territorio, a partire dalla prima età del Ferro (IX sec. a.C.) è occupato da insediamenti di tipo abitativo che dall'età arcaica (VIII - VI sec. a.C.) si stabilizzano con un progressivo processo di formazione urbana collocandosi prevalentemente su rialzi collinari a controllo delle vie di comunicazione naturali raggiungendo, come nel caso dell'abitato di Decima, notevole fioritura. Con il consolidarsi della potenza di Roma (IV - III sec. a.C.) l'intero territorio laurentino si arricchisce di strutture edilizie di tipo rustico, ville e residenze utili all'organizzazione agricola del comprensorio, mentre si vanno delineando in forma definitiva i principali assi viari delle vie Laurentina e Ostiense. A partire dalla seconda guerra punica e, più intensamente, in età tardo repubblicana (II - I sec. a.C.) iniziano a svilupparsi, presso l'antica linea di costa, insediamenti marittimi costituiti da ville appartenenti a personaggi di spicco dell'aristocrazia romana, ville edificate in un territorio assai prossimo a Roma, già fortemente connotato dalla presenza della città di Ostia con il suo porto. In età imperiale si intensifica l'edilizia residenziale di tipo signorile con l'edificazione di numerose ville tra cui le fonti storiche ricordano quella di proprietà della famiglia imperiale e quella dello scrittore Plinio il Giovane.
Le ville, per ciò che concerne i servizi essenziali, si appoggiano ad un piccolo borgo, il Vicus Augustanus, sorto in età augustea ed attivo fino alla tarda antichità. Il complesso degli insediamenti costieri è messo in comunicazione con Roma attraverso un composito sistema viario costituito oltre che dalle vie Ostiense, Laurentina e dalle loro diramazioni, dalla Via Severiana antico sentiero lungo costa che, unificato, funge da collegamento tra il sistema portuale Ostiense ed il Latium Vetus costiero. Con la fine dell'Impero Romano il territorio passa tra i beni della Chiesa ed è noto fin dal V sec. d C. come proprietà della basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Al X sec. d.C. è databile la costruzione del primo centro fortificato sul luogo dell'attuale castello, mentre la proprietà risulta dei monaci di San Saba fino al 1561. Con la soppressione dell'abbazia di San Saba, per disposto di Papa Pio IV, il comprensorio di Castel Porziano passa tra i beni dell'Ospedale di Santo Spirito. Nel 1568 il possedimento è venduto alla famiglia fiorentina del Nero che ne conserva il possesso fino al 1823, anno in cui viene acquistata dal duca Vincenzo Grazioli; nel 1872 la Tenuta viene acquistata da Quintino Sella per lo Stato Italiano.
Le ville romane
Le ville di età romana edificate nel territorio laurentino, appartengono ad una duplice tipologia caratteristica delle residenze extraurbane, generalmente distinte in residenze di tipo rustico, destinate alla produzione agricola, e ville signorili, intese principalmente come luogo di svago e riposo. Delle prime vi sono tracce presso la valle di Malafede e sulle alture prospicienti. Delle seconde, che si susseguivano quasi senza soluzione di continuità lungo l'asse costiero della via Severiana, sono in luce presso la costa moderna notevoli resti che testimoniano la loro monumentalità e la ricchezza degli apparati decorativi costituiti da pavimenti a mosaico, pitture e rivestimenti marmorei.
Il Castello e il Borgo
Dopo la disgregazione dell'organizzazione territoriale conseguente alla caduta dell'Impero Romano e le turbinose vicende storiche dell'età post-classica, in età alto-medievale, il territorio circostante Roma, è in gran parte latifondo della Chiesa. A quest'epoca risale, per il territorio laurentino la creazione della Domus Culta Laurentum creata da papa Zaccaria (741 - 752 d.C.) per l'organizzazione, agraria, sociale e religiosa del comprensorio. Con le mutate condizioni politiche generali, a partire dal X - XI secolo, sorge il primitivo nucleo del Castello, una torre edificata su strutture di età romana intorno alla quale va progressivamente a formarsi un nucleo edilizio racchiuso all'interno di un recinto fortificato, che nel sec. XIV verrà riconosciuto e citato come Castrum. Nella cartografia seicentesca (Catasto Alessandrino 1660) il Castello è spesso raffigurato come una fortificazione di forma quadrangolare con torrioni angolari, doppio portone di accesso, coronamenti e merlature. Ampiamente rimaneggiato ad opera dei Grazioli (1823 - 1872), attualmente si presenta con un perimetro quasi raddoppiato rispetto all'impianto primitivo.