La bellezza del Parco dei Castelli Romani non è solo legata alle risorse naturali e ai panorami mozzafiato che nelle giornate fredde e limpide spaziano fino al mare, ma anche dai reperti archeologici che incontriamo sia lungo i sentieri che all’interno degli abitati, testimonianze di un territorio ricco di storia e cultura. Uno di questi è l’Anfiteatro Albano, dove ancora oggi in particolare nel periodo estivo si organizzano, numerosi spettacoli di intrattenimento.
L’anfiteatro fu realizzato dalle maestranze della II Legione Partica, stanziata sul territorio dall’imperatore Settimio Severo, nella prima decade del III sec. d.C., è indicato nella cartografia a partire dal XVI secolo e nella documentazione antica è spesso chiamato “Coliseo o Coliseum”. La costruzione pressoché ellittica fu realizzata in parte scavando nel banco roccioso e in parte in muratura, utilizzando varie tecniche costruttive. L’anfiteatro era composto da due piani e da una loggia superiore e raggiungeva un’altezza di 22 metri. L’arena dove si svolgevano gli spettacoli, misurava 67 per 45 metri, e vi si accedeva attraverso due ingressi trionfali (vomitoria), posti all’esterno dell’asse maggiore (113 metri), l’anfiteatro poteva contenere circa 16.000 spettatori.
Dopo la caduta dell’Impero l’Anfiteatro ebbe diversi utilizzi, divenne nell’XI secolo un luogo di culto cristiano e successivamente un cimitero. Tra il 1912 ed il 1914 si svolsero gli scavi diretti da Giuseppe Lugli, che riportarono alla luce la metà meridionale della cavea e parte dell’arena.