Uno dei luoghi segreti del Parco dei Castelli Romani, è quello che nasconde nel folto della vegetazione l’antico Romitorio o Eremo di Sant’Angelo in Lacu, lungo il sentiero 511. Il tratto di sentiero che porta al Romitorio è impervio ed è dunque difficile raggiungere i resti della struttura, di cui si ha già traccia in una bolla papale del 1116.
Restaurato nel 1282 dal Cardinale Savelli che lo diede ai padri Guglielmini di Montevergine, fu abitato fino al 1600. Il complesso era costituito da alcune cavità artificiali adibite a rimessa o dispensa, una cappella duecentesca con una piccola abside centrale, i ruderi di un campanile di pianta quadrata esternamente e circolare all’interno, un portale di accesso e soprattutto un arco o “grottino” scolpito nella roccia al cui interno sulla parete furono ricavati dei sedili dove probabilmente i monaci si appartavano a meditare. Verso la fine del 1700 il Cardinale Colonna diede ordine all’esercito Pontificio di distruggere il sito che ormai abbandonato, era utilizzato come rifugio dai briganti.
Un posto caratteristico avvolto da un alone di mistero, dove la bellezza dei panorami a picco sul lago Albano e la fitta vegetazione che lo circondano, gli conferiscono una dimensione mistica, si ipotizza infatti, che già in epoca precristiana fosse adibito a luogo di culto.