Nonostante l’inverno sia alle porte, approfittiamo ancora delle giornate soleggiate per andare a passeggiare lungo i sentieri dei boschi, che ci offrono un paesaggio diverso ed allo stesso tempo caratteristico, in ciascuna stagione dell’anno.
A ridosso delle festività natalizie una delle piante che ravviva il sottobosco è sicuramente l’agrifoglio (Ilex aquifolium), appartenente alla famiglia delle Aquifoliaceae. Un arbusto spontaneo sempreverde con la chioma piramidale, corteccia liscia grigia e rami verdastri che può giungere fino ai 10 m. di altezza. Le foglie di un verde scuro brillante, a volte screziate di bianco, crema o giallo, in questo periodo sono ornate di bacche rosse dette drupe che contengono i semi. Pianta originaria dell’Europa cresce in tutto il Mediterraneo. Le bacche nonostante siano tossiche per l’uomo, restano molto appetibili per gli uccelli.
È considerata la pianta di Natale, ma in realtà era considerata magica già prima dell’avvento del Natale cristiano, da sempre di buon auspicio per l’anno nuovo. L’agrifoglio, utilizzato come decorazione fin dai tempi dei Celti, anche dalle famiglie più povere per addobbare le proprie abitazioni, si dice proteggesse dai demoni e portasse fortuna. Nei riti pagani veniva associato alle feste dedicate al solstizio d’inverno, periodo che segna il riallungarsi delle ore di luce, e veniva festeggiato come simbolo della rinascita e della ripresa dopo l’oscurità invernale. I pagani celebravano la rinnovata ascesa del sole in cielo, con una rappresentazione che inscenava una battaglia tra la quercia, pianta estiva e l'agrifoglio invernale. Le bacche rosse dell'agrifoglio rappresentavano la fertilità durante la profonda oscurità invernale, una promessa di ritorno di luce e calore.
Quando i riti pagani vennero sostituiti con quelli cristiani, molti dei simboli del precedente credo vennero mantenuti, sovrapponendo a questi dei nuovi significati, infatti posero il Natale il 25 dicembre facendo coincidere la nuova festa con la precedente antica tradizione. Tra i simboli mantenuti, anche il nostro agrifoglio, che ha semplicemente assunto una connotazione simbolica diversa. Della pianta, infatti, si associano le foglie alla corona di spine di Gesù, e le bacche rosse al suo sangue.
Proprio per le sue caratteristiche bacche rosse è stata per molto tempo depredata dall’uomo ed usata per scopi decorativi durante le festività natalizie. Inserita nella lista delle specie protette, la L.R. n.61 del 1974 ne vieta la raccolta. Non ci resta quindi che ammirarla mentre spicca con il colore rosso acceso delle sue bacche, a rallegrare il sottobosco invernale, durante le nostre passeggiate naturalistiche lungo i sentieri del Parco.