
Escursione che partendo dal Museo delle Navi Romane percorre l'intero periplo del bacino lacustre.
Accessibilità: non accessibile a passeggini e persone in carrozzina, non presenti dispositivi di orientamento per non vedenti e ipovedenti
Punti di partenza: Museo delle Navi Romane a Nemi
Punti di arrivo: Museo delle Navi Romani a Nemi
Segnaletica: sia orizzontale che verticale
Area di sosta: no
Punti di acqua: si, vicino alla cabina dell’Acea
Periodo consigliato: tutto l'anno
Punti di interesse: Museo delle Navi Romane, scavi archeologici in località Santa Maria, resti del Tempio di Diana ed Emissario del lago di Nemi
Partendo dal Museo delle Navi, seguendo la segnaletica CAI “Bianco e Rossa”, si percorre per 500 metri la strada asfaltata che conduce a Genzano di Roma.
Giunti nei pressi di un’edicola votiva, si volta a sinistra su un sentiero sterrato che, superati gli scavi archeologici in località Santa Maria, conduce all’Emissario del lago di Nemi (splendida opera di ingegneria idraulica che, dopo un percorso di 1700 metri, interamente percorribili, arriva a Valle Ariccia).
Si prosegue sul sentiero e, procedendo in silenzio, non sarà difficile ascoltare il canto e i versi dei numerosi uccelli che nidificano fra i canneti.
Di tanto in tanto, sulla sinistra, ci si potrà avvicinare alle sponde del lago, attraverso i numerosi stradelli che si dipartono dal sentiero, e osservare, nel periodo invernale, numerose specie di avifauna svernante tra cui Moriglione Moretta. Su uno degli speroni di roccia che affiorano sulle ripide pendici del bacino lacustre, nidifica una coppia di falco pellegrino.
Si prosegue ora sino a raggiungere il raccordo 515a che conduce all’abitato di Nemi e poco dopo, il bivio per il Tempio di Diana. Ancora poche centinaia di metri e si giunge nuovamente al Museo delle Navi.
La struttura, appositamente costruita nel 1935 per finalità museale (la prima del genere in Italia), custodì le celebri navi: due sontuose ville galleggianti dell’imperatore Caligola. Recuperate tra il 1929 e 1931, si rivelarono una fonte di tesori d’arte. Purtroppo, durante la ritirata delle truppe tedesche nella notte del 31 maggio 1944, un incendio distrusse gli antichi scafi.