La Castagna dei Prenestini è stata, per secoli, il fulcro della vita quotidiana della popolazione capranicense, rappresentando per lunghi anni la base per il sostentamento alimentare. Negli ultimi cinquant’anni il progressivo abbandono delle campagne e lo spopolamento hanno causato una drastica diminuzione della produzione, la cui tradizione è rimasta sostanzialmente circoscritta a forme evocative nel contesto di sagre popolari.

Oggi la Castagna può tornare a rivestire un ruolo importante per lo sviluppo della montagna: è necessario, però, accompagnarne lo sviluppo lungo nuove strade, in grado di condurre all’accesso ai mercati e conquistare un consumatore attento, che sappia esaltare la qualità di questo frutto, la ricchezza paesaggistica ed ambientale che testimonia, i valori dell’antica tradizione di questi luoghi di cui si fa simbolo.

Le castagne che, in piccola parte, vengono in parte consumate fresche, vengono essiccate per poter essere conservate e consumate durante l’inverno. L’essiccazione avviene in apposite “casette”, i vecchi essiccatoi che venivano impiegati per la lavorazione della castagna, raffinando la tradizionale “Mosciarella”. Oggi appaiono nella veste di costruzioni suggestive che possono aiutare a comprendere le fasi di elaborazione del prodotto finito. Questi luoghi, deputati alla trasformazione della Castagna da fresca a essiccata “Mosciarella”, sono esempio della perfetta integrazione tra uomo e ambiente, testimonianza antropologica e storica delle attività castanicole tradizionali, del tutto compatibili con il paesaggio.