S. Ambrogio martire fu un soldato romano. Ligure di nascita, mentre era a Milano, conobbe il preside Publio Daciano, che lo iscrisse alla milizia e lo proclamò centurione della cavalleria. Giunto con l'esercito a Ferentino, per ordine di Diocleziano, Daciano cominciò una feroce persecuzione contro la comunità cristiana della città; grande fu il turbamento del Preside quando scoprì che Ambrogio il suo fidato centurione, era anche lui cristiano. Daciano tentò dapprima di convincerlo ad abiurare, ma quando si accorse dell'inutilità dei tentativi, sottopose Ambrogio ad un processo. Nessuna violenza piegò la fede del Centurione, che preferì morire piuttosto che tradire Cristo. Il martirio avvenne il 16 agosto dell'anno 304, nella località del Monticchio.
La processione della Reliquia di Sant'Ambrogio, ha mantenuto il nome originario di quando le Confraternite erano quattro, come pure le processioni ed i giorni dei festeggiamenti. Attualmente, a seguito dello scioglimento di dette confraternite, si svolge una sola ma spettacolare manifestazione dove, ad illuminare il percorso del corteo, provvedono un susseguirsi di torce, lampadine e lampioncini appesi alle finestre delle abitazioni. La settecentesca statua equestre del Santo Patrono viene trasportata a spalla, da sedici giovani "incollatori" in saio amaranto, fino alla Chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, costruita sull'acropoli dove si crede sia stato imprigionato il Santo. Al termine del percorso, quale gesto buon augurante, si bruciano vecchi oggetti fuori uso in due grandi falò accesi a Porta S. Agata e in Piazza S. Lucia.
A Ferentino, da più di quattrocento anni, la festa culmina con la solenne Processione nella quale il popolo ferentinate addobba le strade con fuochi, fiori, tappeti, altari e luminarie; ieratiche Confraternite sfilano ordinatamente tra i fedeli.