Il paese è assai gradevole, con le vecchie case in pietra e una magnifica vista sul Velino che appare tra un vicolo e l'altro. Secondo lo storico Dionigi di Alicarnasso qui doveva sorgere la città romana di Vesbula, come testimonierebbero numerosi resti archeologici rinvenuti in loco, posta lungo la via Cecilia che metteva in collegamento le due importanti arterie della Salaria e della via Valeria. In seguito alle invasioni saracene, il paese si sviluppò proprio attorno alla rocca di Poggio Poponesco che sorse intorno al IX secolo, appartenuta ai Mareri e ai Colonna. In seguito venne riedificato più in basso dov'è tuttora, sebbene assai compromesso nel suo tessuto urbanistico dal disastroso terremoto del 1915. La chiesa parrocchiale, intitolata ai Ss. Fabiano e Sebastiano, conserva all'altare maggiore un ciborio ligneo settecentesco – opera del più famoso intagliatore d'Abruzzo del tempo, il frate cappuccino Michele Simone di Petrella Salto - e in sagrestia una croce processionale in ottone argentato e sbalzato del secolo XIII. Oltre ai resti del castello di Poggio Poponesco – raggiungibili per un sentiero dal paese - è possibile visitare anche quelli del cinquecentesco convento dei Cappuccini, che prima di essere seriamente danneggiato dal sisma ospitò prima gli uffici comunali e poi le carceri. Lungo il percorso si trova anche la chiesa di Santa Maria del Poggio, situata sotto le rovine del castello, che conserva un affresco votivo del 1580 rappresentante la Madonna in trono con il Bambino ed i Santi.