L'area si estende tra la via Pontina e il fosso dell'Acqua Acetosa, nei pressi del quartiere Laurentino 38. Si tratta di una zona fortemente modificata dall'azione dell'uomo testimoniata dall'intenso sviluppo urbano e dallo sfruttamento agricolo.
La grande valle che divide il quartiere Laurentino ospita un piccolo corso d'acqua: il Fosso del Ciuccio. Grazie alla sua portata (2 litri al secondo) e soprattutto alla buona qualità delle acque (limpide e prive di odori sgradevoli), è presente una singolare fauna ed una ricca flora. Oltre alla presenza di pesci ed anfibi, se si è fortunati si può scorgere il granchio d'acqua dolce, un indicatore di buona qualità delle acque. Tra le piante, spiccano la veronica acquatica e il crescione.
La Riserva, posta com'è tra la città e la campagna, ospita animali selvatici ormai abituati a vivere a contatto con l'uomo ed altri più elusivi. Tra i predatori ci sono la volpe, il biacco, un serpente cacciatore di lucertole e la biscia dal collare, agilissima in acqua. Le loro vittime sono spesso i piccoli roditori, come arvicole e topolini delle case o gli anfibi come i rospi e le rane. Presenza importante e quella dell'istrice un grosso roditore di cui spesso si trovano in terra gli aculei. Tra gli uccelli è possibile osservare merli, passeri e storni. La rondine, l'upupa e l'usignolo in primavera, mentre codirosso e spazzacamino in inverno.
La vegetazione si concentra prevalentemente nelle zone umide e in prossimità delle rupi tufacee. E' composta di alcuni residui di boschi di leccio e di roverella, salice, pioppo. Filari di eucalipto segnano le strade e i sentieri. Un aspetto sicuramente interessante che si può evidenziare nella Riserva è la presenza delle orchidee spontanee. Questi affascinanti organismi vegetali sono stati sottoposti a tutela da leggi italiane ed europee. La delicatezza risiede principalmente nella difficoltà di germinazione del seme, possibile solo se si sviluppa una simbiosi con particolari funghi del terreno molto sensibili all'inquinamento. Tra le orchidee presenti nella Riserva si ricordano quelle dei generi Ofride, Serapide e Orchide.
L'area su cui sorge il quartiere Laurentino è stata influenzata nell'antichità dai prodotti effusivi del Vulcano Laziale, oggi conosciuto anche con il nome di Castelli Romani o Colli Albani. Ingenti quantità di prodotti tufici e lavici si sono riversati nel settore meridionale di Roma, dando origine al tipico paesaggio oggi osservabile. Nella Riserva sono visibili rupi in tufo e pozzolana dall'aspetto arrossato, ed una suggestiva colata lavica , le "Lave di Vallerano", di circa 500.000 anni fa.