Il sentiero attraversa la macchia boscata, composta per lo più da castagneto, acero e orniello, per giungere all'eremo di San Leonardo, un luogo suggestivo e solitario (sito in una proprietà privata è bene saperlo).
Lo stratovulcano di Vico era in origine una montagna alta quasi 2500 metri, un vero e proprio "mostro" geologico che, attorno a 151.000 anni fa, a seguito di un'impressionante serie di eruzioni, ha proiettato, in un raggio di 50 km, circa 10 chilometri cubi di materiale, cambiando per sempre la fisionomia di una vasta area.
Gran parte del materiale eruttato si è sedimentato, formando così una roccia di colore rossastro, facile da scavare, scolpire, cavare: il "tufo". Sin dai tempi preistorici i primi abitanti della zona ne hanno apprezzato le caratteristiche per realizzare tombe, abitazioni o cavità ove stoccare le derrate alimentari.
Ma è soprattutto nel periodo etrusco e nell'alto medioevo che sono state realizzate delle strutture monumentali, talvolta di grande rilievo architettonico, e stabiliti degli insediamenti rupestri a carattere abitativo o religioso.
L'eremo è questo, una piccola altura di roccia vulcanica in cui sono stati realizzati gli ambienti di una chiesa e dei vani a scopo abitativo, pozzi e cisterne. Attorno all'insediamento sono presenti altri ipogei. Il sito è stato studiato dall'Università degli Studi della Tuscia negli anni scorsi.
Dall'eremo si prosegue verso la sede della Riserva naturale utilizzando soprattutto carrarecce.