Il marrone/castagna dei Monti Cimini deriva dalla specie "Castanea sativa", ecotipo locale "castagna domestica dei Monti Cimini" e cultivar "marrone fiorentino" e "marrone premutico". Il frutto, spesso unico nel riccio e di forma globosa e pezzatura cospicua, ha una dolce polpa ed è facilmente sbucciabile. La maturazione dei frutti avviene intorno alla seconda decade di settembre protraendosi per un periodo di circa 20 giorni. La polpa è dolce e saporita. Il mercato di destinazione primario è quello del fresco, dove il marrone arriva tradizionalmente dopo un primo condizionamento in acqua fredda per circa 2-6 giorni in vasconi o tini di legno, detti "cura". Ciò al fine di bloccare l'insorgere di patogeni durante la concervazione. Successivamente vengono lasciate asciugare e movimentate giornalmente secondo un processo detto trapalatura.
Il Marrone fiorentino contiene quasi sempre da 1 - 2 frutti di forma circolare globosa molto omogenea e pericarpo ed episperma facilmente asportabili. Il sapore è molto dolce. Il Marrone primaticcio porta normalmente nel riccio 1 o 3 frutti di forma tondeggiante con pericarpo facilmente distaccabile. La polpa è dolce.
Nel viterbese la coltivazione del castagno è testimoniata fin dall'antichità; la specie si è diffusa a tal punto da entrare a far parte integrante del paesaggio dei Monti Cimini. Il castagno ha dato vita ad una vera e pripria "civiltà del castagno" ricca di usi, costumi, tradizioni, norme giuridiche, statuti comunali e tecniche agronomiche. Durante il Medioevo e nell'Epoca Moderna, nella zona dei Monti Cimini erano presenti, come ne danno testimonianza i numerosi ruderi ritrovati, vecchie costruzioni a due piani (dette "metati" o "raticci") in cui i marroni venivano essiccati mediente un lento processo di affumicatura.