Allevata già dagli Etruschi, è una razza di antichissima origine, incrociata successivamente con i bovini a grandi corna provenienti dalla steppa e giunti in Italia con le invasioni barbariche.
Questo bovino che vive in grandi mandrie, ha dominato per secoli la zona della Maremma, occupando il territorio compreso tra Pisa e Roma e tra il litorale e le zone pre-appenniniche.
La Maremma, salubre e fertile al tempo degli Etruschi e dei Romani grazie ad un complesso sistema di canalizzazione per il drenaggio delle acque, con le prime invasioni barbariche divenne un luogo paludoso e malsano e tale restò fino alla fine del 1700.
In questo periodo prese avvio l’opera di bonifica che si è conclusa nel secolo appena trascorso. Queste condizioni hanno dunque contribuito alla creazione di una razza dal manto biancastro e dalle belle corna a lira, che risulta estremamente rustica e frugale, resistente alle malattie ed al clima poco clemente, e che mal sopporta la stabulazione; la Maremmana vive bene solo allo stato brado e necessita quindi di ampi spazi. Nel corso del XX secolo, la razza ha attraversato momenti di grave crisi che l’hanno portata ad essere incrociata, sulla linea femminile, con le più prestigiose razze da carne nazionali (Chianina) ed estere (Charolaise e Limousine). I vitelli ottenuti da questi incroci, pur mantenendo l’eccezionale robustezza, la rusticità e le capacità di adattamento all’allevamento brado della Maremmana, sono caratterizzati da rese al macello ed in tagli commerciali simili a quelli delle razze paterne. Proprio questa pratica dell’incrocio ha, però, fatto sì che, con l’andare del tempo, la razza pura andasse incontro ad una tale rarefazione da dover essere annoverata dalla Comunità Europea (Regolamento Comunitario 2078/92) tra quelle minacciate di estinzione. Attualmente la razza è diffusa in Toscana, nel Lazio, in Emilia Romagna, nelle Marche ed in Puglia.