Passeggiando lungo i sentieri che attraversano la Valle del Treja dopo una giornata di pioggia, è possibile imbattersi in un piccolo e insolito anfibio: la Salamandrina di Savi. Di aspetto gracile, quasi disidratato, è facilmente riconoscibile per la colorazione scura del dorso, distribuita uniformemente su tutto il corpo ma interrotta sul capo da una macchia giallastra a forma di occhiali. Da questa caratteristica macchia deriva il vecchio nome Salamandrina dagli occhiali, oggi attribuito solo alle popolazioni presenti nell’Italia meridionale. Indagini genetiche hanno infatti portato recentemente a dividere in due specie diverse le salamandrine dell’Italia centrale, Salamandrina di Savi, e quelle del Sud, Salamandrina dagli occhiali. Si tratta di endemismi dell’Italia peninsulare, ossia di specie che vivono esclusivamente nel nostro Paese, ed entrambe sono riconosciute a livello europeo a rischio di estinzione. Hanno quindi un elevato valore conservazionistico e meritano particolare attenzione da parte degli enti di gestione della fauna e dei parchi naturali. La Salamandrina, per sopravvivere, ha bisogno di un ambiente boscato, dove trascorre gran parte della vita da adulto, e di una fonte di acqua, che può essere un ruscello, una pozza o un fontanile, dove deposita le uova e passa la fase larvale. La tutela di questa specie impone quindi la conservazione dell’integrità sia delle comunità forestali che dei bacini idrici presenti. Per salvaguardare le popolazioni presenti nel suo territorio, il Parco ha avviato, ormai da alcuni anni, un programma di controllo dei siti di riproduzione conosciuti, intervenendo in caso di problemi che possano pregiudicarne la stagione riproduttiva. Ma la tutela non si limita solo ai controlli, sono in corso di realizzazione interventi per ampliare le aree idonee alla riproduzione e particolare attenzione viene prestata alla gestione forestale, orientandone la pianificazione affinché sia compatibile con la sopravvivenza di questo importante anfibio. Una piccola curiosità: il ventre della Salamandrina presenta delle macchie la cui distribuzione è tipica di ogni esemplare e, come un’impronta digitale, consente di distinguere un individuo dall’altro. Nel corso dei monitoraggi, gli esemplari catturati vengono fotografati e la fotografia inserita in una banca dati, è possibile così, confrontando le immagini raccolte, riconoscere gli individui catturati più volte e, attraverso opportune analisi statistiche, stimare l’entità della popolazione e monitorarne lo stato.