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L’Arp collabora all’avanzamento della ricerca genetica nel campo dell’ornitologia e si accredita come partner scientifico di famosi enti di ricerca internazionali. E’ quanto avvenuto nella prima decade di giugno quando ha offerto supporto tecnico e organizzativo a Reto Burri e Jochen Wolf, ricercatori del team guidato dal professor Hans Ellegren del Dipartimento di biologia evolutiva dell’Università di Uppsala (Svezia) impegnato in uno studio sulla caratterizzazione genetica delle balie nere e dal collare in Europa. Lo studio, finalizzato a comprendere i meccanismi di speciazione di queste due specie che, tra l’altro, si ibridano in alcune aree di simpatria, si è avvalso della collaborazione di alcuni esperti ornitologi inanellatori del Sistema delle aree Naturali protette quali Maurizio Sterpi della Riserva di laghi Lungo e Ripasottile, Emiliano De Santis del Parco dei Monti Simbruini nonché di Stefano Sarrocco, ornitologo dell’Agenzia che aveva, in precedenza, svolto uno studio sulla biologia riproduttiva della Balia dal collare in queste zone attraverso la predisposizione di un consistente numero di cassette-nido. Il buon esito dell’attività sul campo è stato possibile anche grazie alla disponibilità e all’interessamento mostrato dalla Direzione Regionale Ambiente della Regione Lazio, nelle persone del Direttore Giuseppe Tanzi e dell’esperto Cristina Saltari e dall’ISPRA, nella persona di Fernando Spina. Le due realtà istituzionali hanno duramente lavorato per ottenere, in tempi assai ristretti, le autorizzazioni necessarie alla cattura temporanea delle balie e all’inanellamento dei giovani al nido. Dal punto di vista operativo, le indagini sono state effettuate attraverso l’inanellamento di 29 giovani esemplari e la raccolta di campioni biologici (20 prelievi di sangue) da pulli o da adulti di Balia dal collare. I risultati dovrebbero condurre alla caratterizzazione delle popolazioni di balie dell’Appennino nonché alla conoscenza del grado di isolamento di queste popolazioni meridionali. La Balia dal collare, ricordiamolo, è un piccolo Passeriforme forestale appartenente alla famiglia delle Muscicapidae, legato ai boschi montani e submontani maturi, in buon stato di conservazione. La specie è inserita nell’elenco delle specie protette dalla normativa comunitaria (allegato I della direttiva uccelli 2009/147/CE ex 79/409/CEE). E’un tipico passeriforme nidificante nelle cavità degli alberi e fa parte di quella che si può definire la comunità del legno morto, in quanto legato sia per il sito riproduttivo che per l’alimentazione alla presenza di alberi deperienti e vetusti. Nel Lazio le aree occupate sono concentrate lungo l’Appennino, nel settore nord-orientale e meridionale, e in parte dell’antiappennino.