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In uno degli angoli più solitari ed integri del Lazio, quest'area protetta custodisce un bosco aspro e selvaggio, ricco di ammassi lavici, anfratti bui e siepi impenetrabili che cresce su un vasto plateau lavico debolmente inclinato in direzione sud-ovest, marcato da alcuni rilievi rappresentati da antichi coni eruttivi e cumuli di lava grigia noti localmente con il nome di murce. Le eruzioni che hanno originato le lave sono avvenute nell'ultimo periodo di attività del cosiddetto vulcano di Latera, tra 158.000 e 145.000 anni fa.
Istituita con legge regionale n.45/94, la riserva naturale Selva del Lamone occupa 2030 ettari nel territorio del Comune di Farnese , in provincia di Viterbo (Vai al sito: www.provincia.vt.it ) al confine con la Toscana. Ente gestore è il Comune di Farnese. Il Lamone è un bosco aspro e selvaggio, ricco di ammassi lavici, anfratti bui e siepi impenetrabili. Cresce su un vasto plateau lavico roccioso ed impervio che si presenta come un tavolato irregolare, allungato e debolmente inclinato in direzione S-O, marcato da alcuni rilievi rappresentati da antichi coni eruttivi cumuli di lava grigia (noti localmente con il nome di murce). Il paesaggio accidentato è inoltre segnato da molti crateri di collasso e da forre, che sono vestigia di condotti lavici ormai demoliti. Le eruzioni che hanno originato le lave sono avvenute nell'ultimo periodo di attività del cosiddetto vulcano di Latera (tra 158.000 e 145.000 anni fa) ed hanno sovrapposto i loro materiali su precedenti colate e su uno strato basale di arenarie, messe in luce dall'attività erosiva del Fiume Olpeta . Sulle lave si sviluppa una foresta variegata, con residui di lecceta, mentre il piano dominante è dato da un bosco misto di latifoglie e, lungo la fascia settentrionale, dalla cerreta. Importanti sono alcuni lembi di faggeta, abbondantemente sotto quota.
Molte sono le specie vegetali rare e protette, per le quali spesso il Lamone rappresenta una delle poche se non l'unica stazione del Lazio: tra le altre, l'asplenio settentrionale, il lupino greco, la veccia di Loiseleur. Anche la fauna è ricca ed interessante, spesso per la sua rarità. Comprende il lupo tra i mammiferi (attualmente a presenza non accertata); falco pecchiaiolo, biancone, succiacapre, occhione, ghiandaia marina, albanella minore, calandro e bigia grossa, tra gli uccelli; la testuggine comune ed il cervone, tra i rettili; il tritone crestato, l'ululone dal ventre giallo (con poche e vecchie segnalazioni) e la salamandrina dagli occhiali tra gli anfibi. Sulle murce le specie vegetali, soprattutto le essenze spinose (prugnoli, biancospini, rovi, stracciabrache), creano un intrico spesso impenetrabile che non poco ha contribuito alla creazione del mito di selva dantesca.
Ricchissima è anche la stratificazione archeologica, dal paleolitico medio ai giorni nostri, con resti di necropoli, villaggi fortificati di vari periodi (età del Bronzo, periodo etrusco e medievale), fattorie e strade romane, pievi rurali, capanne di pastori e carbonai.
La Selva del Lamone è percorsa da una serie di strade sterrate, che si sviluppano per circa 50 km e sono percorribili anche con l'automobile. Più complessa e lunga è la rete dei sentieri, alcuni dei quali sono stati destinati ad uso turistico.
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Visita il sito web della Riserva: www.selvalamone.it