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Il Tempio di Iside (Villa Placitelli - Fondi)

    Un grandioso complesso monumentale occupa Colle delle Monache, dove era un antico convento benedettino ed oggi è Villa Placitelli, sulla prima balza che sale la periferia di Fondi a Monte Pianara.

    Si tratta di uno spettacolare terrazzamento in perfetta opera poligonale, quadrilatero di 64X79 mt di lato (200 X 255 piedi romani) che presenta la sua maggiore scenografia sul versante che guarda la sottostante via Appia. La muraglia, alta fino a 4,5 mt, è costituita da massi montati a secco che raggiungono i 95 X 100 cm di lato; prospettano un forte bugnato, che ne accentua il gioco delle luci e la grandiosità architettonica.

    Muri in opera cementizia, con paramento di piccole pietre irregolari (opera incerta), completano sul lato a monte il perimetro e articolano ambiti diversi, con strutture che possono ancora oggi superare i 4,5 mt di altezza. Nel sottosuolo, sul versante della facciata del terrazzamento, si allineano 4 ampie cisterne, che sviluppano per 25 mt vani concamerati ad arco, di 2,3 X 5,78 mt di alto ognuno, alti 3,1 e coperti con volta a botte.

    Al centro del complesso, inglobati sul lato posteriore dell’attuale villa, si conserva fino a 4 – 5 mt di altezza 3 absidi semicircolari, affiancate per una lunghezza complessiva di 15 mt (50 piedi attici), anch’esse costruite nella struttura cementizia già accennata. Si tratta della parte posteriore del tempio che doveva sorgere al centro del complesso, a tre celle: una forma assai inconsueta nell’architettura sacrale d’età tardo età repubblicana, alla cui età si può riferire il monumento.

    Del complesso fa parte il così detto Muro Varroniano, una stupefacente struttura in accurata opera reticolata di calcare, lunga 153 mt (forse 369 in antico, 10 actus) e alta poco più di 3 mt (10 piedi), che prospetta nella piana sottostante il fianco della via Appia, all’altezza del complesso posto sulla collina. Il muro prende nome da una lunga iscrizione ricavata togliendo i masselli di reticolato, che recita P. VARONIANUS P I F C. Si tratta di un richiamo colto alla figura di Varrone, il grande erudito romano la cui famiglia avrebbe avuto a Fondi delle proprietà: fu apposta al muro nel 1519 dal Cardinale F. Sederini che all’interno di questo recinto possedeva una villa oggi scomparsa. All’interno dello stesso recinto, sotto il rilievo montano, scaturiva in passato anche una ricchissima sorgiva, fontana Dirozzo, mentre il campo è per buona parte oggi occupato dall’espansione edilizia di Fondi.

    In tutto questo spettacolare complesso, di collina e di pianura, è stato indicato dagli studiosi dell’800 e del 900 un santuario di Iside, in base al rinvenimento di sculture interpretate come un riferimento all’immagine della Dea. Anche se ci troviamo di fronte all’effettiva presenza di un grandioso santuario, la proposta di riconoscere qui un culto di Iside non trova oggi un preciso riscontro; tuttavia, in assenza per ora di altre proposte, può per comodità mantenersi tale nominativo. Certo sarebbe assai suggestivo poter riconoscere nelle tre celle del tempio, al centro del terrazzo, il sito delle statue di culto di Iside, che conosciamo associata e tripartita con il culto di Serapide e di Horus, o altre divinità di quella cerchia religiosa.

    Tratto da: Prof. Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli, “Amyclae – La scoperta di una mitica città sui monti di Fondi.

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