La diga, in cemento armato, alta 80 metri e lunga 256, è stata costruita in corrispondenza di ripidi versanti di roccia calcarea che costituiscono le "spalle" e il basamento su cui poggia la struttura. La valle, a monte molto ampia e ricoperta dal lago, qui si restringe e diventa profonda, lasciando appena intravedere il paesino di Posticciola sullo sfondo.
Quando la diga venne chiusa le acque coprirono oltre 500 ettari di campi, pascoli, boschi ed aree abitate, espropriati alla gente locale per poche lire, divenute in breve carta straccia grazie all'inflazione e alla guerra. L'ulteriore aggravamento dei già miseri assetti economici determinò emigrazione e spopolamento in tutti i centri circostanti. Le paratie della diga vennero chiuse nella tarda estate del '39. In ottobre, mentre le acque già salivano, i contadini della valle costruirono rudimentali imbarcazioni per andare a raccogliere, per l'ultima volta, le pannocchie di mais e i grappoli d'uva non ancora sommersi.