
È una grande area verde tra le vie Flaminia e Cassia, che da Campagnano e Magliano Romano si spinge fin dentro il Grande Raccordo Anulare. Quindicimila ettari di area protetta, il doppio del parco nazionale del Circeo, che contiene al suo interno molti dei paesaggi caratteristici del Lazio etrusco: forre tufacee e pascoli frequentati dalle vacche maremmane (come nelle Valli del Sorbo ), boschi e coltivi, fossi e torrenti, aree archeologiche, e ai margini piccoli, tranquilli paesi. Un'oasi di natura e cultura, un patrimonio di tutti.
Istituito nel 1997, con i suoi 14.984 ettari è la quinta area protetta più grande del Lazio – quasi il doppio del parco nazionale del Circeo. Si estende a nord di Roma tra la via Flaminia e la via Cassia e comprende il cosiddetto Agro Veientano, in un territorio dove le componenti naturalistiche e storico-culturali si fondono in un paesaggio di particolare valore. Nel parco sono presenti nove Comuni: Campagnano di Roma, Castelnuovo di Porto, Formello , Magliano Romano, Mazzano Romano , Morlupo, Riano, Sacrofano ed il XX Municipio del Comune di Roma: con una superficie di 7.000 ettari, da solo quest'ultimo ricopre quasi la metà dell'area protetta.
Inserendosi per un tratto all'interno del Grande Raccordo Anulare di Roma, nel settore settentrionale della città, il parco arriva a lambire il confine della riserva naturale dell'Insugherata, una delle 14 aree protette gestite dall'ente regionale RomaNatura ( www.romanatura.roma.it ). A ovest confina con il parco naturale di Bracciano–Martignano e a nord con quello della Valle del fiume Treja . Al suo interno 1.200 ettari di terreno, comprendenti boschi e pascoli, sono destinati ad uso civico: un istituto di origine medievale che ha consentito di mantenere pubblica la proprietà di alcune aree utilizzate dalle comunità locali in modo collettivo ed oggi amministrate dalle Università Agrarie di Campagnano, Isola Farnese, Riano e Sacrofano e dai Comuni di Castelnuovo di Porto, Formello, Magliano e Morlupo.
La morfologia del territorio è legata alla sua origine vulcanica: altopiani di tufo utilizzati a scopo agro-pastorale sono stati incisi dall'azione delle acque che hanno originato nel tempo vallate strette, le forre, scavate dall'erosione e ricoperte da boschi. Il parco si estende in una porzione del territorio adiacente alla bassa Valle del Tevere ed è per questo che sono presenti numerosi corsi d'acqua che, formando un ampio reticolo di fossi, attraversano tutto il territorio da nord-ovest verso sud-est e confluiscono nel Tevere stesso. Per la particolare naturalità e bellezza, alcuni ambienti sono considerati di importanza a livello comunitario: le Valli del Sorbo a Campagnano. Indubbia è poi l'influenza che hanno avuto sul paesaggio le opere realizzate dalla civiltà etrusca e da quella romana, testimoniate dalla presenza di numerose emergenze archeologiche. Di grande interesse è la presenza di necropoli ed insediamenti abitativi, come il sito dell'antica città etrusca di Veio e la Villa di Livia a Prima Porta.
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