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27 Agosto 2018

Reti elettrosaldate, una misura del Parco per prevenire i danni da fauna selvatica

Tra le azioni che il Parco dei Castelli Romani ha messo inizialmente in campo per affrontare il problema che gli animali selvatici, in particolare i cinghiali, possono provocare sia ai proprietari di terreni adibiti a coltivazioni sia agli allevatori, c’è stata la fornitura in comodato d’uso gratuito di reti elettrificate a basso voltaggio. Molti sono stati i recinti elettrificati posti in opera, con efficacia dimostrata, nel territorio dei Castelli Romani.

Ora il Parco, proseguendo sulla stessa linea intrapresa già molti anni fa, sta procedendo all’acquisto di un altro tipo di protezione, altrettanto efficace, utilizzabile nei casi in cui non si possa disporre di energia elettrica. Si tratta della rete elettrosaldata; questa tipologia di recinzione, se adeguatamente posta in opera a rinforzo delle classiche reti a maglia già presenti, diventa uno strumento ideale per tenere a bada tutti gli animali di grossa taglia e permette di proteggere i campi coltivati e il bestiame. Il cinghiale, soprattutto, tende a scavare sotto le reti per accedere alle aree chiuse; trovando una rete elettrosaldata ben inserita nel suolo, invece, tende a tornare nei boschi nei quali abitualmente vive.

Il Parco dei Castelli Romani, trovandosi a ridosso della capitale, ha subito negli anni un forte incremento demografico per il quale oggi è diventato più difficile gestire il rapporto tra l’uomo e la fauna selvatica che popola l’area naturale protetta. I cinghiali, così come altre specie animali, si stanno abituando alla presenza umana e non è raro avvistarli a bordo strada o mentre la attraversano; in particolare di notte si avvicinano ai centri abitati in cerca di cibo, per questo campi coltivati e rifiuti diventano un forte attrattore. Il Parco ha sollecitato ripetutamente i Comuni dell’area ad emettere ordinanze in merito al divieto di lasciare cibo o rifiuti incustoditi in luoghi facilmente raggiungibili, soprattutto vicino alle strade più trafficate e considerate più a rischio per il pericolo di impatto con gli animali.  Il Parco ha invitato gli stessi Comuni a ripensare il metodo di raccolta urbana dei rifiuti organici, cercando soluzioni per evitare che i piccoli contenitori, abitualmente depositati a terra e senza alcuna protezione, possano essere facilmente rovesciati dai cinghiali alla ricerca di cibo.

L’Ente ha adottato da tempo regolamenti specifici che disciplinano le procedure per l’indennizzo dei danni da fauna selvatica ma situazioni di disagio e pericolo si possono sicuramente evitare seguendo alcune semplice regole e affidandosi al buon senso. Chi vive all’interno di un’area naturale protetta, infatti, deve essere consapevole del fatto che deve convivere non solo con i propri simili ma anche con gli altri abitanti del posto.

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