Il territorio del Parco dei Castelli Romani è ricco di sorgenti o fonti che spesso incontriamo lungo i sentieri, nel corso delle nostre passeggiate. A seconda della stagione cambia l’aspetto e la portata dell’acqua, più abbondante nel periodo invernale e primaverile, a volte completamente asciutte in estate, ciò dipende dalla capacità delle falde acquifere strettamente connesso al quantitativo di precipitazioni cadute durante l’arco dell’anno.
Il ciclo dell’acqua inizia dalle precipitazioni che, raggiunto il terreno, in parte dilavano superficialmente attraverso i corsi d’acqua (fossi, torrenti, fiumi) e in parte penetrano nel sottosuolo compiendo talvolta anche lunghi tragitti attraverso le rocce in profondità. Le acque sotterranee possono tornare in superficie attraverso i pozzi scavati dall’uomo o naturalmente attraverso le sorgenti. Nel viaggio attraverso il sottosuolo le acque si infiltrano nelle rocce permeabili, trasportando e diluendo i minerali che le compongono. Questo viaggio in profondità viene ostacolato quando l’acqua arriva ad uno strato impermeabile che ne limita l’infiltrazione; accumulandosi negli interstizi della roccia, si forma con il tempo un “serbatoio” denominato falda acquifera o falda freatica, la cui portata dipende dalle oscillazioni stagionali delle precipitazioni durante l’anno. Se la falda è compresa fra due strati impermeabili, confinata in uno spazio limitato e sotto pressione, viene definita falda artesiana. Il punto del terreno in cui la superficie libera di una falda emerge, si chiama sorgente.
Le fonti così come le vediamo, nella maggior parte dei casi non sono altro che il frutto della captazione delle acque sotterranee avvenuta per mano dell’uomo, utilizzate per l’approvvigionamento ad uso comune o come bottino di presa per abbeverare gli animali. Nel territorio dei Castelli Romani di origine vulcanica, formato quindi da una alternanza di rocce permeabili e impermeabili, è abbastanza facile trovare situazioni di falde locali più o meno estese che danno origine a sorgenti perenni o stagionali. Le acque che sgorgano dalle nostre fonti sono in genere oligominerali e/o leggermente mineralizzate; ossia sono spesso povere di sali minerali e generalmente hanno un tenore basso di contenuto in calcio. Per quanto riguarda i criteri di potabilità, laddove non specificato se potabile, sarebbe meglio evitare di bere. La potabilità dipende infatti dalla carica batteriologica contenuta nelle acque, che dovrebbe essere stabilita da un laboratorio specifico e certificato per le analisi delle acque, tenendo conto dei criteri di qualità per la salute umana e della normativa di riferimento.
Le sorgenti o fonti sono molto importanti anche per il mantenimento dell’ecosistema, in quanto il clima umido permette lo sviluppo di particolari habitat per la riproduzione e crescita della flora e della fauna strettamente legata alla disponibilità di acqua (anfibi e insetti odonati).
L’abbondanza di acqua oltre ad aumentare la naturalità del territorio in qualità di “fonte di vita”, ha contribuito alla costituzione dei primi insediamenti umani con le leggende, i miti e le tradizioni legate alle popolazioni del posto. Le Fonti disseminate nell’area del Parco dei Castelli Romani, rappresentano la testimonianza e il fascino di una cultura strettamente legata a questa materia prima indispensabile.