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22 Giugno 2018

Le erbe magiche di San Giovanni

La festa di San Giovanni Battista il 24 giugno, è legata ad antiche tradizioni che ci riportano a molto tempo prima dell’avvento del Cristianesimo, quando si celebravano riti propiziatori per il solstizio d’estate. Il solstizio d’estate è il giorno dell’anno con il maggior numero di ore di luce e in astronomia è il momento in cui il Sole, nel suo moto apparente raggiunge l’altezza massima possibile sull’orizzonte, ciò accade tra il 20 e il 21 giugno.

La notte di San Giovanni, la più breve dell’anno, era considerata dalla tradizione popolare misteriosa e magica, con i rituali legati all’acqua e al fuoco e la raccolta di diverse specie di erbe bagnate dalla rugiada che secondo le credenze dei nostri avi possedevano particolari poteri terapeutici, purificatori e protettori dai malefici delle streghe.
Tra le “erbe di San Giovanni” che in questo periodo troviamo nel territorio del Parco dei Castelli Romani, ce ne sono alcune spontanee abbastanza conosciute come: l’iperico e l’artemisia, altre che sono comunemente coltivate nei giardini e sui terrazzi: aglio, lavanda, rosmarino e salvia.

Iperico o erba di San Giovanni – nome scientifico: Hypericum perforatum - fa parte della medicina tradizionale per via delle sue proprietà antibatteriche, antinfiammatorie e antidepressive.  É una pianta spontanea perenne che fiorisce da giugno ad agosto lungo i bordi delle strade e dei sentieri e predilige terreni aridi e soleggiati. I fiori giallo oro hanno 5 petali riuniti in corimbi e le foglie in controluce appaiono bucherellate ma in realtà si tratta di piccole vescichette oleose che hanno ai margini dei punti neri, strutture ghiandolari, contenenti ipericina, un olio color rosso presente anche nei petali. In antichità veniva usato per curare ustioni e ferite da spada per le sue proprietà cicatrizzanti.

ArtemisiaArtemisia vulgaris è una pianta arbustiva perenne che fiorisce nel periodo estivo in luoghi incolti, le foglie sono simili a quelle della felce, di colore verde scuro nella parte superiore mentre quella inferiore è chiara per la presenza di una peluria biancastra, i fiori sono simili a piccoli pallini di colore giallo oro disposti a forma di spiga. Nelle campagne si diceva che nella notte del 24 giugno, sotto le sue radici si raccoglieva una specie di “carbone” la cui polvere guariva l’epilessia e proteggeva dai fulmini e dalla peste.

AglioAllium sativum – è una pianta bulbosa proveniente dall’Asia, le foglie sono ellittiche, lanceolate e appiattite, i fiori sono raggruppati ad ombrella e compaiono all’inizio dell’estate. Oltre ad essere usato come condimento era ritenuto sacro fin dall’antichità per le sue proprietà terapeutiche. Considerato un antidoto per i morsi di serpente, per curare l’asma, la tosse e liberare l’organismo dai parassiti intestinali, si consigliava di metterlo attorno al collo la notte che precedeva il 24 giugno perché si pensava fosse in grado di proteggere dagli spiriti maligni.

LavandaLavandula angustifolia - è una pianta perenne molto diffusa, le foglie sono lineari e lanceolate, i fiori riuniti in infiorescenze simili a spighe ed hanno un colore azzurro-violetto. Il nome latino significa “lavare”: il fiore nell’antica Roma veniva utilizzato per profumare l’acqua. Ha molteplici proprietà terapeutiche: antisettiche, antireumatiche, diuretiche e calmanti. Nella notte di San Giovanni venivano messi mazzi di questa erba sulle porte di casa, come talismano per allontanare le streghe.    

RosmarinoRosmarinum officinalis – è un arbusto sempreverde caratterizzato da foglie lineari e coriacee di colore verde sulla parte superiore più chiara su quella inferiore. I fiori azzurro-violetti sono riuniti in spicastri. Oltre ad essere usato in cucina, ha svariate proprietà terapeutiche: digestivo, antisettico, antidolorifico, astringente, diuretico, rilassante, tonico per la memoria. Veniva usato insieme ad altre erbe per preparare “l’acqua di San Giovanni”. Secondo la tradizione durante la notte di vigilia del 24 giugno, si raccoglievano queste erbe e venivano lasciate a macerare fuori di casa. La mattina successiva ci si lavava con quest’acqua magica che, secondo le credenze, avrebbe protetto dalle malattie.

SalviaSalvia officinalis – è un arbusto perenne con foglie oblungo-lanceolate rugose e con il margine finemente dentato, i fiori sono di un azzurro violaceo raccolti in grappolo. Fiorisce tra aprile e maggio, il suo nome deriva dal latino “salvus” che significa salute e molteplici sono le sue proprietà benefiche apprezzate fin dall’antichità. Per guarire la febbre terzana (quella legata alla malaria che compariva a giorni alterni) si usava la salvia raccolta la notte di San Giovanni, sulle cui foglie venivano disegnati simboli magici. Le foglie di salvia opportunamente preparate venivano utilizzate per difendersi dagli incubi notturni. Per le sue doti antibatteriche e antivirali, la salvia è usata per curare le infezioni delle vie respiratorie, disturbi epatici, inoltre è antispasmodica e diuretica.

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