Il Pungitopo è un piccolo arbusto sempreverde, dal robusto rizoma ramificato e strisciante, di altezza massima di 1 metro, il cui nome scientifico è “Ruscus aculeatus”, dove il primo termine identifica come gli antichi Romani chiamavano la pianta, il secondo si riferisce alla presenza di cladodi ossia rami trasformati che assumono l’aspetto di foglie e le sostituiscono nella funzione clorofilliana. Le foglie della pianta infatti, sono estremamente ridotte e caduche di una forma ovato-oblunga e terminano all’apice con una spina pungente.
I fiori sono piccoli e verdastri, la fioritura è primaverile, le bacche rosse e tondeggianti maturano nel periodo invernale, possiamo osservarle in questo periodo camminando nei boschi. Predilige le zone calde e soleggiate e i terreni calcarei, lo si trova facilmente nei luoghi aridi e sassosi, nei boschi, soprattutto nelle leccete e nei querceti, sensibile al freddo intenso, per cui solo nelle zone meridionali la si può trovare oltre i 1.200, nel resto d'Italia difficilmente vegeta sopra i 600 m s.l.m. I turioni del pungitopo o meglio i nuovi getti di colore bruno-violaceo, si raccolgono in primavera e si consumano come gli Asparagi, i semi del Pungitopo in tempi di magra, sono stati usati come surrogati del caffè.
Il nome deriva dalla pratica agricola di disporre una corona di rami secchi di questa pianta ai piedi degli alberi da frutta per evitare che su di essi salgano i topi; analogo uso veniva fatto nelle cantine, dove rami di Pungitopo erano fissati ai piedi dei tavoli e delle dispense oppure nelle scaffalature o perimetralmente ai luoghi dove erano stipate le provviste alimentari. In alcune regioni i rami di Pungitopo sono adoperati per confezionare rustiche scope; in altre parti d’Italia, e fuori dal nostro Paese, le scope di Pungitopo erano adoperate dagli spazzacamini per pulire le canne fumarie.
Utilizzato come addobbo natalizio e per le feste di fine anno con significato beneaugurale, tale uso purtroppo, è degenerato in un commercio incontrollato e così come l’agrifoglio e il vischio, anche il pungitopo è stato inserito nella lista delle specie protette ed in molte Regioni ne è vietata la raccolta.