Lo scorso fine settimana i carabinieri di Velletri (RM), hanno recuperato un barbagianni in difficoltà che è stato affidato ai Guardiaparco del Parco regionale di Castelli Romani. Il barbagianni, probabilmente debilitato a causa di un’intossicazione, è stato portato alla LIPU per gli accertamenti del caso e per verificare le cause dell’intossicazione. Non appena si sarà rimesso in forze sarà liberato in natura.
Il suo nome deriva probabilmente dal latino barba, “peluria”, e gena, “gote”, in riferimento alle piccole piume sparse attorno agli occhi di questi uccelli. Questo magnifico rapace notturno dal piumaggio bianco, (nome scientifico Tyto alba), appartiene alla famiglia: Tytonidae - ordine: Strigiformes, grande circa una trentina di centimetri, possiede una grande apertura alare che può arrivare ad 1 metro e mezzo di ampiezza. Rane, arvicole, talpe e topi costituiscono la sua “dieta base”, alla quale si aggiungono grossi insetti. Il Barbagianni è presente in tutti i continenti, eccetto l’Antartide. Ama cacciare nei prati, la sua presenza è particolarmente favorita da grandi aree aperte, nel bosco predilige le zone marginali, mentre evita le fasce più ricche di vegetazione dell’interno.