
Volgiamoci a sud. Basta una breve passeggiata, da qui, per raggiungere a piedi la vetta ammantata dal bosco del monte Cimino. Si tratta di un vero e proprio vulcano che vanta due record: è il vulcano più antico del Lazio continentale (battuto soltanto dall'isola di Ponza) ed è anche il più alto, superando i 1000 m di quota. Il vulcano Cimino conclude la sua attività circa 90.000 anni fa, con una fase effusiva che ha determinato la fuoriscita di colate successive di lava. Passeggiando nella faggeta (vedi: faggio ), le rocce che incontrerete sono costituite proprio da blocchi di questa antica lava. Tracce del Lazio di ieri.
Lo storico romano Livio descrisse la Selva Cimina come "più impenetrabile e più spaventosa che non siano state al mio tempo le foreste della Germania, e fino a quel tempo nemmeno l'amor del guadagno aveva potuto determinare nessun mercante a penetrarvi". Pellegrini e commercianti ne evitavano la coltre compatta che incuteva timore, e anche le legioni di Roma esitavano a penetrarvi per rincorrere il nemico durante le guerre etrusche. Oggi la strada asfaltata conduce sin quasi alla vetta del monte e al famoso Sasso Naticarello o Menicante (alle spalle della tabella), anch'esso noto fin dall'antichità. Una rete di sentieri segnati conduce agevolmente alla scoperta della magnifica faggeta che riveste il monte Cimino, interessata dalla presenza di un Sic e una Zps (denominata "Monte Cimino versante Nord": si tratta di aree di particolare valore naturalistico riconosciute dall'Unione europea) che si estende su 975 ettari nel territorio di Soriano nel Cimino, Vitorchiano e Viterbo .