Denominazione: Grotta Pila
Località: Monte Frainili
Comune: Pozzaia Sabina
Provincia: Rieti
Regione: Lazio
I rilievi della Sabina Orientale costituiscono una catena con andamento complessivamente meridiano, che si estende in sinistra idrografica del Fiume Tevere, separata verso Ovest dai contigui Monti Lucretili tramite l’incisione valliva del Torrente Licenza; si tratta di un complesso sistema di rilievi che giungono a Nord fino in prossimità di Terni e a Sud toccano le sponde dell’Aniene. Sono caratterizzati da strutture a pieghe, con asse NW-SE o N-S, vergenti verso l’Adriatico; in affioramento si trovano in netta prevalenza la formazione marnoso-argillosa di Guadagnolo, le “marne e brecciole” e i calcari della Scaglia, tipici della Successione Sabina. Nei calcari dei Monti Sabini Orientali sono conosciute una cinquantina di grotte (comprendendo quelle della media valle dell’Aniene). La cavità più estesa di tutto il gruppo montuoso è la Grotta Grande di Muro Pizzo (sviluppo 380 m) che, come la Grotta Pila, si apre nei calcari della Scaglia dell’Eocene-Cretacico. L’unità è costituita da calcari detritici biancastri a macroforaminiferi con frequenti intercalazioni di brecce e puddinghe poligeniche e con livelli marnosi e selciferi. Verso l’alto si passa alle marne e calcari marnosi della formazione del “Bisciaro”, di età Oligocenica. La Grotta Pila si trova sul versante occidentale della catena, in una zona geologicamente complessa con vari assi di anticlinali parallele orientate N-S, dislocate da faglie orientate E-W, una delle quali, ben visibile nella carta geologica, condiziona l’andamento del Fosso Vignale, lungo il versante sinistro del quale si apre la cavità. La grotta ha uno sviluppo di 74 m. Dal largo portale d’ingresso che si apre alla base di una parete si accede ad una breve galleria che si allarga in un vasto salone ad andamento sub-orizzontale, probabilmente di interstrato, con diametro di circa 50 m e con alcune diramazioni laterali, apparentemente frammentato in vari ambienti da colonne concrezionali e accumuli di massi. Il pavimento è in leggera salita (dislivello positivo di circa 2 m) e la volta è sempre alta almeno 2-3 m. Sul fondo della cavità si notano vari punti di ristagno e assorbimento delle acque. Sul soffitto si notano canali di volta e concrezioni mammellonari, che fanno pensare a fasi di temporanea sommersione e di riempimento della cavità. Probabili fasi di riempimento ed erosione sono indicate anche dalla presenza di pavimenti concrezionati sospesi rispetto all’attuale piano di calpestio. Da notare ovunque la deviazione dell’asse di accrescimento di molte colonne stalattitiche, un aspetto che potrebbe essere oggetto di successivi studi.
Descrizione del grado di interesse: Grotta Pila, come altre cavità presenti in Sabina, deve essere stata quindi utilizzata come luogo di culto e/o sepoltura di frequentazione di età pre-protostorica. Le ricerche hanno quindi confermato che lo sfruttamento antropico della grotta copre un ampio spazio cronologico, dal paleolitico superiore all’età del Bronzo. Presenza di livelli Pleistocenici a Ursus speleus.
Bibliografia: Filippi G. 1979, Primo contributo alla conoscenza del territorio sabino nell’età preistorica e protostorica. Quaderni del Centro di Studio per l’Archeologia Etrusco-Italica, 3, p. 111.
Filippi G., Pacciarelli M. 1991, Materiali protostorici della Sabina Tiberina. L’età del bronzo e la prima età del ferro tra il Farfa ed il Nera, Quaderni del Museo Archeologico di Magliano Sabina, Magliano Sabina