Denominazione: Montarozzo del Barco e taglio di Cava di Età Romana
Località: Piana dei travertini delle Acque Albule
Comune: Tivoli
Provincia: Roma
Regione: Lazio
Il Montarozzo del Barco è un piccolo colle artificiale situato nella Piana dei travertini delle Acque Albule, sotto Tivoli, a ridosso dell’antica cava romana del Barco, tra il fiume Aniene e la via Tiburtina (lat. 41°56’53,25” N, long. 12°45’ 08,76E. Il deposito travertinoso della Piana delle Acque Albule, uno dei più vasti (ca. 20 km2) e noti d’Italia, si è formato fondamentalmente nell’intervallo di tempo compreso tra 115.000 e 30.000 anni fa (FACCENNA et al., 2008). Lo stesso vocabolo travertino deriva da questo deposito, essendo una corruzione del nome latino di questa roccia: lapis tiburtinus, cioè «pietra di Tivoli» (MARI, 2004). L’esistenza del Montarozzo è strettamente legata a quella della cava omoni- ma, la più antica cava di travertino di Tivoli. La cava del Barco fu infatti aperta nel III sec. a. C. ed ebbe probabilmente il suo massimo sviluppo nel I sec., quando vennero realizzate opere grandiose come il teatro di Marcello, porta Maggiore e il Colosseo. Fu attiva almeno fino al II-III sec. d. C., quando fu abbandonata. Fu riaperta nella prima metà del ’500 per la costruzione della basilica di S.Pietro e del colonnato del Bernini. Sfruttata parzialmente nei secoli successivi la cava è ancora oggi attiva. Le più antiche cave di travertino si trovano a Tivoli e sono conosciute con il nome di Cave del Barco. Si deve agli antichi romani, intorno al III secolo a. C, la scoperta di questo prezioso giacimento. Più precisamente, le cave si trovano nella valle che si estende ai piedi di Tivoli – Tibur per i romani – ed il nome della pietra naturale si rifà proprio al nome della città: Lapis tiburtinus, la pietra di Tivoli. Anticamente, inoltre, ci si riferiva alla cava con il nome di lapidicina, un chiaro rimando alla pietra, lapis.
Dalle Cave del Barco di Tivoli viene estratto il travertino romano costituito da sedimenti calcarei di origine pleistocenica (ovvero, originati a partire da più di 100.000 anni fa). La formazione di tale pietra naturale richiede un processo millenario di sedimentazione e stratificazione di minerali composti principalmente di carbonato di calcio. La falda acquifera, al cui interno avviene il processo di formazione, è costituita da acque albule o sulfuree, i cui benefici per la salute umana sono molteplici. Per questo i romani crearono attorno a tali sorgenti numerose strutture termali. Tra queste, le terme delle Acque Albule nell’odierna Tivoli Terme, ancora attive.
Bibliografia:
Guide Geologiche Nazionali – lazio – BE-MA Editrice pagg 94 -104
FACCENNA C., SOLIGO M., BILLI A., DE FILIPPIS L., FUNICIELLO R., ROSSETTI C. & TUCCI-