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79 - Xenoliti di Torre Alfina

    Geosito: Xenoliti di Torre Alfina
    Località: Torre Alfina
    Comune: Acquapendente
    Provincia:  Viterbo
    Regione:  Lazio

    Gli affioramenti delle rocce ignee coprono una piccola area intorno all'abitato di Torre Alfina e sono in parte compresi nel Monumento Naturale del bosco del Sasseto. Qui, il neck, ossia il condotto vulcanico principale parzialmente esposto dall’erosione mostra diverse facies con strutture di degassamento e tessiture ignee diverse. Dalle ricognizioni effettuate si evidenzia la presenza di alcune strutture vulcaniche non descritte nella letteratura scientifica esistente. La prima, è una struttura vulcanica cilindrica che si erge dal bedrock sedimentario e lateralmente confinata da scorie grossolane che, ad una prima analisi, sembra essere un condotto vulcanico eroso. Superiormente sono state osservate almeno 3 colate laviche sovrapposte, intercalate da scorie grossolane. Inoltre nella seconda colata lavica è stata osservata la presenza di bombe vescicolate, non descritte in letteratura e facies con abbondanti clasti calcari angolosi. Si è anche osservata la terminazione laterale della colata lavica superiore avente un fronte costituito da scorie rosse vescicolate, che probabilmente sono frammenti lavici detti scorie di letto. Le scorie di letto si formano per rapido raffreddamento della parte superiore della colata lavica. Queste scorie sono poi trasportate in avanti dal fluire della colata ed accumulate sul suo fronte di avanzamento. All’interno del bosco del Sasseto è presente anche una struttura denominata localmente “Sasserone” che potrebbe essere un altro condotto vulcanico eroso cioè il centro di emissione della colata lavica affiorante a Nord-Ovest di Torre Alfina lungo la strada che scende verso il Fiume Paglia. La presenza di più di un condotto di alimentazione fa presupporre che Torre Alfina sia un complesso vulcanico e non un centro vulcanico monogenico. Infine lungo la strada che da Torre Alfina conduce a Voc. Palombaro è stata rinvenuto una facies lavica o forse un dicco con abbondanti fenocristalli di leucite. Questo particolare è interessante perché tutte le altre rocce di Torre Alfina ne sono prive e potrebbe essere di aiuto per capire l’evoluzione del magma lamproitico verso termini più comuni quali le leucite-fonoliti e leucite trachiti eruttate nei Vulsini. Le osservazioni vulcanologiche indicano che la storia evolutiva dell’apparato vulcanico di Torre Alfina sia più complessa ed articolata di quanto è riportato in letteratura.
    Bibliografia:
    Bell K., Lavecchia G., and Rosatelli G. (2013). Cenozoic Italian magmatism – Isotope constraints for possible plume-related activity. Journal of South American Earth Sciences 41, 22-40. Conticelli S. (1998); Effects of Crustal Contamination on Ultrapotassic Magmas with Lamproitic Affinity: Mineralogical, Geochemical and Isotope data from the Torre Alfina Lavas and Xenoliths, Central Italy. Chem. Geol. 149, 51 - 81.; Conticelli S. and Peccerillo A. (1990). Petrological significance of high-pressure ultramafic xenoliths from ultrapotassic rocks of Central Italy. Lithos 24, 305 - 322. ; Jones A.P., Kostoula T., Stoppa F., Woolley A.R. (2000). A geotherm estimated from mantle xenoliths in Mt. Vulture volcano, Southern Italy. Min. Mag. 64, 593 – 613.; Pera E., Mainprice D., Burlini L. (2003). Anisotropic seismic properties of the upper mantle beneath the Torre Alfina area (Northern Apennines, Central Italy). Tectonophysics 370 (2003) 11 –30; Rosatelli G., Wall F. and Stoppa F. (2007). Calcio-carbonatite melts and metasomatism in the mantle beneath Mt. Vulture (Southern Italy). Lithos, 99, 229 - 248. ; Serri G. (1997). Neogene-Quaternary magmatic activity and its geodynamic implications in the Central Mediterranean region. Annals of Geophysics, 40 (3).

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