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Un grande lembo di vero Appennino a un'ora da Roma. Montagne autentiche, calcaree, scolpite in superficie e cariate in profondità dal carsismo ma anticamente modellate anche dai ghiacciai durante i lunghi periodi freddi del Quaternario. Attraversate da un sistema tridimensionale di grandi e piccole vie d'acqua alimentate da robuste precipitazioni ("Simbruini" deriva dal latino sub imbribus, sotto le piogge). Risparmiate in parte dall'espansione turistica indiscriminata degli anni '70 e, proprio per questo, tutelate dalla più grande area protetta regionale (300 chilometri quadrati), una fra le prime ad essere istituite nel 1983. Due di esse (il Viglio, 2156 m, e il Cotento, 2014 m) fanno parte delle 14 cime "over 2000" del Lazio.
Il Parco custodisce una specifica identità naturalistica, culturale e paesaggistica: interminabili faggete, pianori carsici, valloni, sorgenti e fiumi, grotte, la presenza discreta di lupi, aquile e orsi, ma anche santuari, monasteri e radi insediamenti storici, tutti d'impianto medievale, rimasti a presidio di un territorio aspro e dolce allo stesso tempo.
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