
Prosegue la collaborazione del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili al progetto
di monitoraggio su scala nazionale, coordinato dall’ISPRA ed effettuato dall’ornitologo Maurizio
Sterpi presso la Riserva Naturale Regionale dei Laghi Lungo e Ripasottile.
Gli Ornitologi ed i Guardiaparco che hanno dato avvio alle attività della Stazione di
Inanellamento, all’alba di venerdì 8 gennaio 2016, sono stati accolti da un paesaggio fantastico,
avvolto da una densa coltre di nebbia che si alzava dalle acque del lago di Ripasottile. Il silenzio
irreale del luogo, vagamente animato soltanto dal verso lontano di alcuni uccelli acquatici, è stato
interrotto dalle attività di apertura del capanno di censimento, rese forse un po’ frenetiche dalla
necessità di scaldarsi un pò.
Le recenti piogge hanno contribuito all’innalzamento del livello delle acque, per cui,
all’apertura delle reti di cattura è stato subito chiaro che si sarebbe dovuto lavorare con l’acqua fino
alle caviglie. Un sorso di caffè caldo dal thermos, un cornetto acquistato strada facendo, ormai
freddo, e si è dato il via al primo giro d’ispezione delle reti.
Come sempre, alle prime luci dell’alba il movimento in volo è stato un po’ scarso, ma dopo
circa un’ora, è sorprendente il numero e la varietà di uccelli che si sono registrati: cinciarelle,
cinciallegre, luì piccoli, usignoli di fiume, fringuelli, codibugnoli, passere scopaiole, etc., per un
totale di 50 esemplari nell’arco dell’intera sessione.
Due specie particolari censite colpiscono per le loro peculiarità: il rampichino comune
(certhia brachydactyla) e il picchio verde (picus viridis).
Entrambi prediligono habitat con boschi maturi e presenza di alberi marcescenti e ricchi di
cavità in cui fare il nido o procurarsi il cibo: insetti, larve e uova presenti sotto la corteccia.
Il primo “si arrampica” sugli alberi muovendosi a spirale attorno ai tronchi per trovare le
prede e catturarle col suo becco particolare; il secondo si aggrappa all’albero con le quattro dita
uncinate, due in avanti e due all’indietro, e poggiando la robusta coda al tronco, lo batte
ripetutamente col fortissimo becco fino a bucarlo e raggiungere così il suo cibo preferito.
Il picchio verde è l’unica specie di picchio che “caccia” anche sul terreno, formiche, larve,
etc.: il suo habitat preferenziale prevede infatti boschi discontinui con alternanza di terreni aperti.
Inserito nella Lista Rossa Nazionale (“specie a più basso rischio”), il Picchio verde è specie
particolarmente protetta ai sensi della L.n.157/92 (Legge nazionale per la protezione della fauna
omeoterma e per il prelievo venatorio), tutelato quindi anche al di fuori delle Aree Protette.