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L'Aquila reale

La Regina dei cieli

    Quick info

    Nome scientifico: Aquila chrysaetos
    Famiglia: Accipitridi
    Apertura alare: anche oltre i 2 metri
    Dimorfismo sessuale: la femmina è sensibilmente più grande del maschio
    Curiosità: una coppia di aquile, una volta formatasi, rimane unita e fedele per tutta la vita

    Esplorando la ZPS Monti Simbruini ed Ernici nel nostro viaggio lungo la Rete Natura 2000, abbiamo incontrato un uccello predatore spettacolare e maestoso, l’aquila reale, una specie nidificante nel Lazio in cui domina i principali gruppi montuosi al confine orientale della regione, tra i quali proprio i Monti Simbruini.
    L’aquila reale, Aquila chrysaetos, è un rapace grande e possente la cui apertura alare può superare i due metri! Gli esemplari adulti hanno un piumaggio marrone scuro uniforme, con la testa che presenta le tipiche penne lanceolate dorate; i giovani e gli individui immaturi mostrano, invece, marcate zone bianche nel lato interno ed esterno delle ali.

    Il nostro maestoso rapace occupa, nidificando, la fascia montana compresa tra i 400 e i 2200 m di altitudine, scarsamente antropizzata e con versanti fortemente acclivi, su cui preda mammiferi di piccole e medie dimensioni, la cui reperibilità rende inevitabile una dieta molto varia.
    L’aquila reale è una specie rara e vulnerabile, con un basso tasso riproduttivo ma un’alta aspettativa di vita per gli adulti: ciò costituisce un pericolo di declino per la popolazione, per cui è necessario adottare misure di protezione e soprattutto di conservazione dell’habitat in cui vive e si riproduce.
    La sua presenza nel Lazio è limitata dalla disponibilità di siti idonei alla sua nidificazione: bisogna infatti considerare che l’estensione del territorio di una coppia può arrivare anche a 250 chilometri quadrati, area in cui possono insistere attività umane che ne disturbano la riproduzione. Altri fattori di minaccia sono il bracconaggio e la pratica criminale di lasciare bocconi avvelenati per eliminare i predatori, che provocano perdite anche tra i rapaci.
    D’altra parte l’abbandono delle montagne e la fine di alcune attività tradizionali come il pascolo in alta quota possono avere un effetto negativo, con la diminuzione degli spazi aperti e delle praterie, ambienti prediletti dall'aquila reale per la caccia delle sue prede, in particolare la lepre. Come recita la Direttiva “Habitat”, dobbiamo cercare di portare avanti di pari passo la tutela della biodiversità e il mantenimento di attività tradizionali.

    L’aquila reale è tra gli uccelli che più ha affascinato e continua ad affascinare gli umani tanto che Aristotele citava:
     

    Vola in alto per potere abbracciare con lo sguardo una visuale più ampia sulle zone sottostanti. Ed è per questo che gli uomini dicono dell'aquila che, fra tutti gli uccelli, è l'unico a essere divino.

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