Storia di Zerinthia cassandra "festone del mediterraneo", una meravigliosa farfalla poco diffusa, fotografata nei pressi del Lago di Fondi.
Gabi è una bambina di undici anni e ha la testa piena di animali.
Quel giorno era stato bellissimo a scuola, erano venuti due signori e un cane, Teo.
“Osmodog” era il progetto che presentavano. Teo era stato addestrato a fiutare lo scarabeo eremita, un coleottero simpatico e difficile da trovare. Gabi non aveva levato gli occhi di dosso a Teo, che noncurante se ne stava sdraiato in un angolo della classe. I pensieri di Gabi erano tutti per lui, se lo immaginava in azione in un bosco di vecchi alberi con il suo fiuto eccezionale…quante cose straordinarie fanno gli animali!
Quello che avevano detto quei signori le rimase nella testa: tutti possono aiutare la scienza e segnalare con un semplice scatto fotografico animali rari in pericolo di estinzione. Si chiama “Citizen science” la scienza dei cittadini o con il contributo dei cittadini.
Il giorno della gita al Parco tanto atteso alla fine arrivò.
Era una bella giornata di fine aprile, con il pulmino della scuola arrivarono vicino al Lago di Fondi a Tenuta Sugarelle.
Per Gabi non era una novità camminare nella natura con i sensi all’erta, per cogliere ogni minima presenza di quelle infinite forme di vita bellissime che ci sono. L’istinto di Gabi era allenato a cogliere differenze, a ricordare particolari, a sentire segnali e richiami. Non ci volle molto per il suo cervello a mettere in collegamento questa bella farfalla posata sullo stelo esile di una falsaortica con l’immagine vista mesi prima a scuola quando erano venuti in classe Teo e i suoi amici. Insieme al coleottero eremita i ricercatori avevano fatto vedere anche altri insetti segnalati e da segnalare, tra cui la farfalla Zerinthia cassandra. Fu un attimo, Gabi come un pistolero estrasse dalla tasca il suo telefono e.… click, i colori della bella farfalla riempirono lo schermo.
I guardiaparco confermarono e la farfalla fu segnalata al sito della Citizen science.
L’autrice della segnalazione e dello scatto era Gabi.
Ma per Gabi quello era solo l’inizio.
La bellezza della natura è per tutti!
Conoscere, mettere in relazione, indagare, decifrare, approfondire, farsi domande è per le menti curiose ed è la chiave che apre le porte della comprensione e dell’interpretazione dei fatti della natura che moltiplicano quella bellezza. Ma sono porte che aprono su altre porte, domande che schiudono altre domande.
E Gabi di domande ne aveva subito tante. Perché è così poco diffusa questa bella farfalla? In fondo si nutre di nettare di fiori che appartengono ad una famiglia di piante molto diffusa nei campi e prati, sono le labiate come timo e salvia ed altre erbe aromatiche. Gabi ne conosceva tante che crescevano spontanee, sapeva che i loro fiori delicati dai colori pastello offrono cibo ad una grande varietà di insetti tra cui tante farfalle. Ma per provare a dare una risposta alla domanda di Gabi bisognava guardare non alla bella farfalla ma al bruco. Gabi lo sapeva ed infatti aveva letto che il bruco della Zerinthia si nutre di un solo tipo di pianta, l’Aristolochia.
Queste sono proprio le sfide che piacciono a Gabi ed una delle cose che più preferisce della natura: è come con le ciliegie, una tira l’altra.
Gabi aveva un’altra missione! Trovare l’Aristolochia! E… possibilmente il bruco.
Aveva letto qual è l’ambiente preferito dell’Aristolochia. Andò dritta al bersaglio! I campi aperti di Tenuta Sugarelle sono interrotti da fossi e canali contornati da boschetti di querce e frassini con un ricco ed umido sottobosco. È lì che preferisce vivere l’Aristolochia.
Fu amore a prima vista. Il cuore di Gabi come la sua testa è pieno di animali e piante ma alcune occupano posti speciali. L’Aristolochia quel posto lo occupò subito, con il suo stelo esile e le foglie grandi e rotonde e il fiore a tubo che emerge da un punto imprecisato tra la base delle foglie ed il fusto, nel complesso una piantina delicata, ma i suoi colori brillanti e netti segnalano un carattere per niente debole. Si, una nuova amica si era aggiunta alla lunga lista di Gabi, anzi tre: una pianta una farfalla e il suo bruco. Gabi sorrise alla piantina e tornò a casa, per quel giorno era soddisfatta.
La mattina dopo Gabi si svegliò con un pensiero: se il bruco della Zerinthia cassandra può nutrirsi solo dell’Aristolochia allora il suo destino è legato a quello di questa pianta. Gabi voleva capire due cose: era la rarità della pianta a determinare la rarità della farfalla? E poi perché, i perché per Gabi erano i più intriganti, scegliere solo una pianta come nutrimento?
Gabi era di nuovo alla ricerca di qualcosa, ma questa volta non doveva uscire, per fortuna in casa c’erano libri sulla natura ma soprattutto un computer collegato in rete.
In poco tempo Gabi aveva già scoperto due cose interessanti:
Tutte le specie di Aristolochia sono tossiche
L’Aristolochia pur vivendo in ambienti poco diffusi non è una specie rara
Come al solito una notizia buona e una cattiva pensò Gabi.
Quella buona spiegava facilmente il motivo per cui la farfalla depone le sue uova solo sull’Aristolochia. Il Bruco ha imparato, non solo, a non essere avvelenato dalla pianta ma ad acquisire quel veleno e diventare tossico a sua volta. La tossicità è segnalata dai punti rossi sul bruco e dagli ornamenti colorati sulle frange delle ali della farfalla, che la rendono così bella e caratteristica, il suo secondo nome è infatti “festone del mediterraneo”. È un meccanismo che usano tanti animali, quello di segnalare la tossicità con colori sgargianti con prevalenza del rosso.
La seconda informazione non era facile da interpretare, se l’Aristolochia non è rara perché Zerinthia cassandra lo è? Farfalla e pianta condividono lo stesso ambiente, perché una è in difficoltà e l’altra no? Aveva letto in una scheda che la farfalla si muove poco rispetto al posto dove nasce. Poteva essere questa la spiegazione: ambienti poco diffusi come boschetti umidi o ripariali adiacenti a prati e pascoli naturali possono non essere collegati uno all’altro, così la farfalla sedentaria e priva di spirito avventuriero soffre la discontinuità del suo ambiente preferito.
Gabi forse aveva risolto l’enigma, ma le venne subito da sorridere: quello che aveva capito le suggeriva una ironica conclusione. Un sodalizio tra una pianta ed un bruco che rovescia un luogo comune.
Il bruco sembra vincente nel rapporto con l’Aristolochia, ha addomesticato a suo vantaggio esclusivo una pianta tutt’altro che tranquilla; Gabi aveva anche scoperto cose interessanti circa il modo con cui la pianta si fa impollinare da moscerini e zanzare, e questa è un’altra storia. Ma la vittoria del bruco non è confermata dalle differenze numeriche tra i due. Un animale, essere mobile per eccellenza, perde il confronto sulla capacità di spostarsi e diffondersi con una pianta, essere fermo e radicato per natura. Ancora una volta la natura aveva sorpreso Gabi!
Gabi alza gli occhi dal computer, sorride a tutti gli animali e piante che ha nella testa, sorride alle cose belle che ci sono in natura da guardare e scoprire, sorride anche a tutte le donne e agli uomini che hanno a cuore la natura e fanno qualcosa per proteggerla.
Testo di Paolo Mastrobattista
Disegno di Irene Mastrobattista
Foto di Daniela Di Fazio archivio Guardiaparco
Coordinamento di Gaetano Orticelli