
Questo piatto è strettamente legato alla tradizione della macellazione e lavorazione “casalinga” del maiale. Gli ingredienti di questo piatto povero sono principalmente le rifilature e le parti meno pregiate ma particolarmente saporite ottenute dalla macellazione del maiale. Si tratta principalmente di: petto, rosicarelli, gola, diaframma, animella, guancia e punta di petto. Questi vengono ridotti in piccoli pezzi e lavati con acqua calda. Si condiscono poi con sale, succo di limone, olive conservate sotto sale, aglio, rosmarino, alloro e peperoncino. Il tutto viene poi versato in una vecchia padella o “padellaccia”, insieme ad un bicchiere di vino, grasso di gola e un po’ di acqua calda dove la cottura avviene a fuoco vivo fino a far evaporare l’acqua; verso fine cottura si aggiunge poco aceto e qualche foglia di alloro. Il piatto è da servire ben caldo. Questo piatto viene tradizionalmente preparato il giorno della macellazione del maiale, di solito, quindi, a fine dicembre-inizio gennaio quando si “festeggia” l’avvenuta lavorazione del maiale con gli scarti che non possono essere conservati perché facilmente deperibili.
La Padellaccia è una preparazione antica che si tramanda da generazioni e le cui origini si possono far risalire almeno agli inizi del ‘900.