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La Nocciola Romana designa i frutti della specie Corylus Avellana della varietà "Tonda Gentile Romana", "Nocchione", "Tonda di Giffoni" e loro eventuali selezioni. La Tonda Gentile Romana presenta guscio sub-sferoidale con apice leggermente a punta, di dimensioni non uniformi, color nocciola, di scarsa lucentezza, con tomentosità diffuse all'apice e numerose striature evidenti; seme medio-piccolo, di forma variabile sub-sferoidale, per lo più ricoperto di fibre, con superficie corrugata e solcature più o meno evidenti; tessitura compatta e croccante; sapore ed aroma finissimo e persistente. Il Nocchione ha la nocciola in guscio di forma sferoidale, sub-elissoidale, di dimensioni medie; guscio spesso, color nocciola chiaro, striato, poco pubescente; seme medio piccolo con fibre presenti in misura. La raccolta del prodotto va effettuata dal 15 agosto al 15 novembre, con metodiche che consentono di garantire la qualità del prodotto.
Nel comprensorio Cimino e Sabatino la presenza del nocciolo e, in particolare, della varietà Tonda Gentile Romana, risale a tempi Antichissimi. Sembra che esistesse prima dei romani allo stato selvatico nel sottobosco. Il Martinelli, in "Carbognano illustra"mette in risalto che la coltura di nocciolo risale al "...1412 circa, mentre prima esisteva come pianta arbustiva da sottobosco e tuttora lo troviamo in tale stato nei boschi specialmente di castagno". Con il passare degli anni la coltura del nocciolo ha acquisito maggiore interesse da parte degli agricoltori del comprensorio Cimino e Sabatino. Nel 1946 la superficie investita a nocciolo era di 2.463 ha in coltura specializzata e 1.300 in coltura promiscua. La nocciola "Tonda Gentile Romana" si è ritagliata, fin dall'inizio del XX sec. un ottimo mercato, in particolare, è stata, ed è, molto ricercata nell'industria dolciaria per la preparazione del cioccolato e di dolci tradizionali come i tozzetti viterbesi ed il panpepato.