
Tartufo spontaneo autoctono appartenente a diverse varietà:Tuber brumale (brumale), Tuber muschatum (moscato), Tuber albidum (bianchetto o marzuolo), Tuber melosporum (nero pregiato invernale) Tuber unicinatum ( uncinato). le piante le cui radici sono parassitate dal tartufo dei Monti Lepini sono il leccio, il faggio, la quercia e la rovella. Il colore sia interno che esterno al tartufo è un elemento distintivo. Difatti: Tuber brumale (brumale) presenta colore della corteccia rosso scuro che diventa nera a maturazione mentre all¿interno (gleba) il colore è grigio nerastro con venature bianche; Tuber muschatum (moscato) presenta colore della gleba è scuro con larghe venature bianche; Tuber albidum (bianchetto o marzuolo) presenta colore esterno biancastro nei giovani esemplari ma può diventare grigio tendente anche al fulvo, il colore interno folvo rossastro con venature bianche o rossastre; Tuber melosporum (nero pregiato invernale) presenta colore esterno bruno nerastro con macchie di colore ruggine e colore interno (gleba) nerastro con venature biancastre nocciola; Tuber uncinatum presenta colore esterno nero e colore interno nocciola.
La raccolta del Tartufo dei Monti Lepini viene effettuata da molti anni sia da raccoglitori professionisti sia da raccoglitori amatoriali. Alcune informazioni storiche si possono attingere dagli annali di Aldo Brandini e da alcuni documenti archiviati presso il comune di Carpineto Romano (RM) in cui si fa riferimento ai pranzo le cui pietanze erano a base di tartufo raccolto sul posto.